Morte dell’afroamericano soffocato da due agenti: le proteste a Minneapolis e l’indagine sui poliziotti

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Di Redazione Metropolitan

Dopo la morte dell’afroamericano George Floyd, soffocato da un agente lo scorso 25 maggio a Minneapolis, i media anglosassoni hanno indagato sui due poliziotti colpevoli dell’omicidio, scoprendo che erano già stati sotto inchiesta. Non si sono fatte attendere poi le manifestazioni in difesa del 46enne giustiziato durante il fermo di polizia.

Chi sono gli agenti responsabili dell’omicidio

Due sono gli agenti coinvolti nell’arresto dell’afroamericano, le cui tragiche conseguenze hanno scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica. Il poliziotto che nel video ormai diffuso sul web immobilizza il ragazzo, premendo sul collo con il ginocchio fino al soffocamento, è Derek Chauvin, in servizio da ormai 20 anni. Il 44enne era stato indagato a seguito di una sparatoria con morti nel 2006. L’altro poliziotto invece, Tou Thao, avrebbe patteggiato una sanzione di 25mila dollari per uso eccessivo della forza tre anni fa.  

Emerso un dibattito sulla questione razziale negli USA

Dopo il tragico accaduto si sono radunati in piazza centinaia di manifestanti per chiedere giustizia. La folla si è presentata con cartelli significativi: “I can’t breathe” (non riesco a respirare) e “Prosecute the police” (perseguite la polizia). La protesta rappresenta l’ennesima denuncia contro la violenza utilizzata dalle forze dell’ordine nei confronti degli afroamericani. I manifestanti hanno marciato attraverso il quartiere fino al distretto di polizia della città, dove dopo un lungo scontro sono stati dispersi con i lacrimogeni.

Nel dibattito sulla questione razziale si sono esposti i giganti degli Nba. L’ex giocatore Stephen Jackson era un amico di infanzia della vittima e sui social lo ricorda come “Un gemello, che era andato in Minnesota per cambiare la sua vita guidando camion”. “Voi avete ucciso mio fratello“, accusa aspramente, “Ora andrò a Minneapolis, farò tutto ciò che mi è possibile per non far passare la vicenda sotto silenzio”. Anche il campione LeBron James attacca duramente la brutalità della polizia nei confronti delle minoranze con un post su Instagram.

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Il post su Instagram di LeBron James

Bernice King, figlia di Martin Luther King Jr. ha pubblicato la medesima foto, in cui si vede da un lato l’America in ginocchio che uccide, dall’altro invece un’America, rappresentata da Colin Kaepernick inginocchiato durante l’inno nazionale, che protesta.

Il destino dei poliziotti accusati

Quattro sono gli agenti coinvolti ad essere stati licenziati. A dichiararlo è il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, che ha anche chiesto al procuratore generale di consegnare alla giustizia i responsabili.

Il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden chiede un’indagine federale. Dichiara: “La famiglia di George Floyd merita giustizia” e su twitter scrive “Sono grato per la prontezza con cui sono stati licenziati gli agenti coinvolti che meritano di essere ritenuti responsabili per le loro vergognose azioni”.

Nella notte si è espresso anche Donald Trump, annunciando con un tweet la sua personale richiesta di indagine all’FBI e al Dipartimento di Giustizia in merito alla triste vicenda.