Il 31 maggio 1983 si giocava gara 4 delle Finali NBA ’83, partita in cui i Philadelphia 76ers di Moses Malone e Julius Erving completano lo sweep ai danni dei Lakers di Kareem e Magic e si portano a casa il terzo titolo della loro storia. Quel match rappresenta il culmine di una storica cavalcata ai playoff in cui i Sixers persero solo una partita. Prima dell’inizio dei playoff Moses Malone fa una previsione a metà tra una provocazione e un anatema che quasi non si avvera.

Moses Malone e “Fo, Fo, Fo”

I was watching the game
Just the other day
When Moses Malone, he said to Dr. J.
He said oooh our lucky number, the number is fo-fi-fo

Così cantavano tre ragazzotti di Philadelphia che, riuniti nel gruppo jazz fusion “Pieces of a dream“, proprio nel 1983 incisero il loro terzo album, contenente la traccia Fo-Fi-Fo, in riferimento alla celebre frase di Moses Malone. Tuttavia ciò che disse Big Moe, rispondendo alla domanda di un giornalista su un pronostico per la postseason che da lì a poco sarebbe cominciata, fu “Fo, Fo, Fo” (Four,Four,Four), come a dire che i Sixers avrebbero vinto tutte le partite per arrivare al titolo per 4-0. Da cosa derivava tutta quella sicurezza in Malone? Per rispondere occorre fare qualche passo indietro.

Moses era arrivato a Philadelphia all’inizio di quella stagione, quando aveva deciso di non rifirmare con Houston e andare a vincere con Dr. J. Nonostante fosse stato nominato due volte MVP con la maglia dei Rockets, infatti, Malone non era mai riuscito a vincere un anello in Texas. I Sixers, dal canto loro, non alzavano il Larry O’Brien Trophy dal 1967, quando in campo dominava Wilt Chamberlain. Nel 1980 e nel 1982 erano arrivati alle Finali, ma in entrambi i casi erano stati spazzati via dai Lakers di Magic Johnson (che nelle Finali dell’80 divenne l’unico rookie MVP della storia) e Kareem Abdul-Jabbar. Contro di lui nell’82 i due lunghi titolari di Philadelphia, Caldwell Jones e Bobby Jones, avevano abbastanza sofferto.

Serviva qualcuno che tenesse testa a Kareem. Moses Malone era esattamente quello che serviva a coach Cunningham; già ai playoff del 1981 Malone aveva sovrastato Jabbar portando Houston fino alle Finali (poi perse) contro i Celtics. Ritornando alla stagione ’82-’83, in Pennsylvania Malone completò una squadra composta già da tre futuri Hall of famer. Infatti durante la regular season i Sixers chiusero con 65 vittorie e 17 sconfitte; l’unica volta in cui fecero meglio fu la stagione del titolo del ’67, quando ne vinsero 68. Si capisce quindi la fiducia di Malone, uno che di parole ne usava poche e, spesso, anche male. Quel “Fo, Fo, Fo” però nel suo minimalismo racchiudeva una potenza non indifferente.

La profezia quasi si avvera e diventa “Fo, Fi, Fo”

Giunti ai playoff, come di consueto, le prime due in classifica nelle rispettive conference saltano il primo turno e partono direttamente dalle semifinali. Qui Phila se la vede con i New York Knicks, usciti vincitori contro i New Jersey Nets. La profezia di Malone comincia a fare paura, perché effettivamente in quella serie i Knicks subirono lo sweep, perdendo tutt’e quattro le partite. Protagonista assoluto, ovviamente, Moses Malone. Il centro domina letteralmente il pitturato segnando 31.3 punti, prendendo 15.5 rimbalzi e piazzando 2 stoppate a notte. Contro Milwaukee Malone scala una marcia; segnando la media di 22 punti in tutta la serie.

Moses Malone sotto canestro con Abdul-Jabbar
Moses Malone sotto canestro con Abdul-Jabbar – Photo Credit: Getty Images

Le prime tre partite vanno comunque alla squadra di Cunningham, che ha ancora la possibilità di battere la strada tracciata dalla sentenza di Malone. In gara 4 però Sidney Moncrief e compagni fanno di tutto per non fare avverare la profezia e infliggono l’unica sconfitta dei Sixers in quei playoff. In gara 5 Malone ritorna a fare il Malone, segna 28 punti, cattura 17 rimbalzi e stampa 4 stoppate, portando i suoi direttamente alle Finals, in attesa dei Lakers. Abdul-Jabbar fin lì aveva viaggiato a 28.3 punti, 7.7 rimbalzi e 4 stoppate a partita; nella serie finale subì la presenza di Moses, che prese tutti i rimbalzi che poteva, surclassando chi si trovava sotto il canestro insieme a lui.

In gara 4 fece registrare addirittura una doppia doppia-doppia da 24 punti e 23 rimbalzi. Neanche a dirlo fu nominato MVP delle Finals, a fronte di una serie conclusa con 25.8 punti, 18 rimbalzi (di cui quasi 7 offensivi) e 1.5 stoppate a partita. Anche se quel folle “Fo, Fo, Fo” non si attuò, restò comunque l’impresa di quel “Fo, Fi, Fo” di cui cantavano i “Pieces of a dream”. La dicitura venne addirittura incisa sugli anelli consegnati ai giocatori. Quel record di 12-1 resistette fino al 2001 quando Shaq e Kobe fecero 15-1. Contro chi persero quell’unica partita? Ovviamente con i Philadelphia 76ers.

L'anello di Clint Richardson con l'incisione "Fo' Five Fo'"
L’anello di Clint Richardson con l’incisione “Fo’ Five Fo'” – Photo Credit: scpauctions.com