Dopo il movimento per Britney Spears, arriva #FreeKesha e torna all’attenzione la protesta dei fan di Kesha per la brutta storia che riguarda la cantante e il produttore Dr.Luke.
Perché è tornato fuori l’hashtag #FreeKesha?
La settimana scorsa la cantante Kim Petras ha pubblicato il suo nuovo EP “Slut Pop” prodotto dal produttore discografico americano “Dr.Luke“. Il nuovo album di Petras, affollato da testi incredibilmente espliciti, interamente prodotti e co-scritti da Dr. Luke, non è passato inosservato. Come scrive Rolling Stones: mentre la cantante si rivolgeva ai suoi fan per il nuovo EP, su Twitter la maggior parte ha iniziato a chiedere perché, nonostante le accuse di abusi fatte da Kesha a Dr.Luke, il produttore potesse ancora produrre un album nella sua interezza e co scrivere tutti i brani. Il giornalista Jordan Page twitta: <<Parliamo di un uomo circondato da note accuse per molestie sessuali e aggressioni>>. La loro collaborazione però aveva già creato polemiche già nel 2019, dopo la pubblicazione del disco di esordio di Petras scritto insieme al produttore.
La storia di #FreeKesha
La storia di Kesha ricorda quella di Britney Spears, che per più di 13 anni è stata sottoposta alla tutela legale del padre in seguito a una grave crisi nervosa, (da qui #FreeBritney).
Kesha Rose Sebert, oggi 34 anni, è diventata famosa grazie al singolo “Tik Tok” nel 2009. Qualche anno prima aveva iniziato a lavorare con il produttore Dr.Luke, pseudonimo di Lukas Sebastian Gottwald, già conosciuto per aver co-prodotto la hit di Kelly Clarkson “Since U Been Gone” e per le collaborazioni con cantanti come Katy Perry, Rihanna e Miley Cirus.
Nel 2014 Kesha aveva accusato Dr.Luke di aver abusato sessualmente di lei fin dall’inizio della loro collaborazione. L’accusa arrivò anche a Sony, che controllava l’etichetta discografica del produttore, per non aver preso provvedimenti. Da subito, la richiesta della cantante fu quella di rescindere il contratto che la legava professionalmente al produttore. L’accusato negò e iniziò a sostenere che dato il loro ottimo rapporto, la cantante Kesha avesse inventato solo per svincolarsi dal contratto.
Nel 2016 il tribunale respinse la richiesta della cantante perché non c’erano elementi sufficienti che potessero confermare le accuse. <<Non esistevano prove di un danno irreparabile>>. Kesha ritirò le accuse ma continuò la battaglia. La cantante, la madre e l’avvocato dichiararono che Dr.Luke avesse abusato sessualmente anche delle cantanti Katy Perry (che negò) e Lady Gaga (che invece mostrò solidarietà per la vicenda): <<Quella ragazza ha subito un grave trauma e c’è in mezzo anche adesso. Tutti siete parte di questo>>. Altre cantanti che hanno collaborato con Dr.Luke come Saweetie e Doja Cat sono sempre state lontane dal dare risposte dirette rispetto alla vicenda.
La causa per diffamazione fatta dal produttore e le dispute sul contratto sono andate avanti negli anni e ancora oggi sono in corso.
Quando iniziò a circolare #FreeKesha
L’hashtag #FreeKesha iniziò a circolare sui social network nel 2013, dopo che Kesha nel reality di MTV “My Crazy Beautiful Life”, confidò che Dr.Luke aveva avuto il pieno controllo sulla produzione del suo secondo disco, Warrior.
I fan protestarono e protestano ancora oggi perché credono che il produttore la obblighi a cantare <<le solite generiche e prevedibili canzoni pop riciclate>>.
Il compositore Ben Abraham, scrittore della canzone “Praying” di Kesha nel 2017, ha spiegato che Dr.Luke ha ancora il controllo discografico. La cantante non può collaborare con altri artisti, pubblicare musica o contenuti musicali sui social network senza il suo consenso.
Nell’aprile del 2021 una corte di appello aveva confermato una sentenza secondo cui Kesha era colpevole di diffamazione nei confronti di Dr.Luke. Due mesi dopo un tribunale di New York aveva stabilito che in base ai nuovi provvedimenti legali contro la Strategic Lawsuit Against Public Participation (che hanno l’obiettivo di impedire alle persone di rilievo di intimidire gli individui con cui sono in causa), Kesha avrebbe potuto fare ricorso. Per avere ragione Dr.Luke dovrà quindi provare in maniera esauriente che da parte di Kesha ci sia stata malafede.
Valeria Doddo