Myanmar, elicottero militare bombarda una scuola: 13 morti

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Di Redazione Metropolitan

Un attacco ingiustificato a danni dei civili quello registrato questa mattina nel villaggio di Let Yet Kone, nella zona centro-settentrionale del Myanmar, paese del sud-est asiatico, dove un elicottero ha colpito con missili e proiettili la scuola del modesto centro urbano. L’assalto dei due Mi-35 governativi è solo l’ennesimo di numerose operazioni militari a danni di strutture educative: per le Nazioni Unite, 260 sono stati gli attacchi compiuti fin dal febbraio 2021, periodo del golpe ai danni dell’ex primo ministro Aung Sang Suu Kyi. Il bombardamento sarebbe stato rivolto contro i ribelli operanti nell’area, ma la dichiarazione della giunta militare operante nel paese desta qualche dubbio: il Guardian riporta che i militari impiegati nell’operazione di arresto a seguito dell’attacco aereo avrebbero catturato circa 20 persone, tra studenti e insegnanti, accusati di far parte della Forza di Difesa Militare Antigovernativa, gruppo armato di resistenza.

Il bombardamento di un elicottero militare uccide bambini e insegnanti: la spregiudicata operazione militare in Myanmar contro una scuola

Un Mi-35, elicottero d’attacco sovietico utilizzato nell’assalto alla scuola di Let Yet Kone

A raccontare l’accaduto ai microfoni del Guardian è Mar Mar, amministratrice della scuola di Let Yet Kone, che conta più di 240 tra studenti, dall’asilo alle elementari. L’amministratrice, allertata dall’insolita operazione di volo, stava portando gli studenti al sicuro quando le mitragliatrici pesanti degli elicotteri hanno incominciato a fare fuoco. Sul posto si vedono i muri e le pareti crivellate dai fori di proiettile. Il resto del racconto è raccapricciante: “Gli alunni non hanno fatto nulla di male, non avrei mai pensato che sarebbero stati colpiti dalle mitragliatrici… hanno continuato a sparare contro il complesso dall’alto per un’ora, non si sono fermati nemmeno un minuto“. Il racconto prosegue: a fuoco cessato, circa ottanta militari sono entrati nel complesso scolastico, che include un monastero buddista.

I soldati sarebbero entrati nell’edificio sparando contro le aule e gridando a tutti i presenti di tenersi bassi e uscire. I feriti, stando a Mar Mar, sarebbero innumerevoli, colpiti alle gambe, alla schiena, al petto: qualcuno aveva perso un arto. Il personale militare avrebbe tratto in arresto una ventina di persone, già ferite, con l’accusa di far parte delle forze armate dell’esercito antigovernativo. Un atto di violenza inumana quello registrato in Myanmar, che non lascia spazio a interpretazioni. Le immagini e la testimonianza dell’amministratrice scolastica parlano da sole. Intanto Aung Sang Suu Kyi, democraticamente eletta nel novembre del 2015, rimane in prigione, deposta lo scorso anno dal governatorato militare, mandante dell’attacco odierno.

Alberto Alessi

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