Cinema

MyFrenchFilmFestival: i cortometraggi in gara, gratuiti per tutti gli spettatori

Ha avuto inizio il 15 Gennaio e si concluderà il 15 Febbraio 2021 la XI edizione del MyFrenchFilmFestival, festival di cinema francese che ha lo scopo di far conoscere in tutto il mondo i giovani registi francofoni. Ad ospitare il concorso quest’anno è MYmovies, che ha caricato i film di questa edizione sulla sua piattaforma. 12 i lunghi e 20 i corti proposti. La redazione di Metropolitan ha guardato e commenta per voi i dieci cortometraggi in gara in questa edizione del MyFrenchFilmFestival. La visione degli short, in corsa per i premi e non, è gratuita per gli spettatori di tutto il mondo. Quattro le categorie che ospitano i corti che partecipano al contest: Forever Young, Crazy Loving Families, True Heroines e Love is Love.

Forever young: Un adieu/Un addio (2019) e Entracte/Intervallo (2019)

Il primo corto di cui vi parliamo è “Un addio”, il film di debutto di Mathilde Profit. La regista racconta attraverso sguardi e lunghi silenzi il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta. La protagonista del corto, infatti, sta lasciando per la prima volta la casa dove è cresciuta per andare a vivere da sola a Parigi. Ad accompagnarla è il padre, un uomo silenzioso, con il quale non sembra condividere molto. Questo viaggio insieme, però, porterà i due ad avvicinarsi, per imparare a comprendersi per la prima volta. La Profit fa un ottimo lavoro nel raccontare l’inizio di una vita da soli, sottolineando sensazione che si prova quando ci si sente persi nonostante la voglia di iniziare.

Didascalico nella narrazione e nelle inquadrature, Anthony Lemaitre con “Intervallo” ci racconta la scoperta di una passione per il cinema da parte di Yacine, un ragazzo di periferia. Un pomeriggio Yacine, pressato dal padre per trovare lavoro, decide di svagarsi andando al cinema con i suoi amici per vedere l’ultimo film di “Fast and Furious”. Tuttavia si ritrova a guardare un capolavoro italiano e ne resta estasiato, a differenza dei suoi amici. Lemaitre trova pretesto narrativo che non regge, ma riesce a creare spunti visivi abbastanza gradevoli. Molto significativa, ad esempio, l’inquadratura finale che vede lui e gli amici prendere strade diverse, simbolo di quella differenza che è emersa fra di loro.

"Miss Chazelles" - Photo Credits: myfrenchfilmfestival.com
“Miss Chazelles” – Photo Credits: myfrenchfilmfestival.com

Love is love: Beauty Boys (2019) e Miss Chazelles (2019)

“Beauty Boys” è un corto di Florent Gouëlou che con la sua opera prova a raccontarci la forza di ribellarsi a una società che rifiuta le differenze, attraverso due ragazzi che decidono, a uno spettacolo in città, di esibirsi vestiti da drag, nonostante le minacce ricevute dal fratello omofobo di uno dei due. La musica crea subito il contrasto tra i protagonisti che ballano “Nails, Hair, Hips, Heels di Todrick”, e i testosteronici nemici, che fanno rap. Un po’ sempliciotta questa storia di ribellione, che ha molto di già visto, con i protagonisti che urlano alla “guerriglia” mentre indossano i tacchi per salire sul palco.

Grande sorpresa del festival, “Miss Chazelles” è il cortometraggio di Thomas Vernay. Il regista dimostra subito di avere una forte identità visiva. Decide, infatti, di raccontare questa storia ambientata in una maschilista realtà rurale attraverso un’immagine soffocante, girata in 4:3. Bello il lavoro sugli sguardi e la fotografia che vira sui toni del giallo e dell’arancio. Un po’ traballante invece la narrazione, che sembra velocizzare improvvisamente nella seconda metà, poco prima di arrivare al climax finale. La storia semplice di una rivalità tra gang, sullo sfondo di un concorso di bellezza vinto dalla ragazza di uno dei due gruppi, ricorda un po’ una moderna “Romeo e Giulietta”.

"Silenzio!", uno dei cortometraggi in gara al MyFrenchFilmFestival - Photo Credits: myfrenchfilmfestival.com
“Silenzio!”, uno dei cortometraggi in gara al MyFrenchFilmFestival – Photo Credits: myfrenchfilmfestival.com

True Heroines: Motus/Silenzio! (2020)

“Silenzio!” di Élodie Wallace è a nostro parere uno dei migliori cortometraggi presentati al MyFrenchFilmFestival. Protagonista della vicenda è Alice, che si aggira in un ospedale per trovare e regolare i conti con l’uomo che l’aveva molestata in passato, ormai sul punto di morte. La nervosa camera a mano iniziale comunica subito allo spettatore l’ansia della protagonista. La Wallace, attraverso la creazione di ostacoli e situazioni sempre più frustranti, fa crescere questa urgenza nella protagonista e nello spettatore, fino a far culminare tutte queste emozioni nel climax, reso benissimo anche da un missaggio audio d’effetto. Interessante anche la relazione della protagonista con la madre, che racconta molto su quanto sia difficile per chi ha subito molestie parlarne e per chi non le ha vissute comprenderle.

Crazy Loving Families: Famille nucléaire/Famiglia nucleare (2020) e Sole mio (2019)

“Famiglia nucleare” è il corto di Faustine Crespy. La regista, che mette molto di personale nella vicenda, racconta di Jules, un ragazzo che vorrebbe vivere il suo primo amore, ma viene bloccato da una situazione familiare disastrosa. La madre, infatti, soffre di depressione, e lui si deve prendere cura di lei e del fratellino. Banale la crescita emotiva della storia, che non sviluppa a pieno alcuni elementi. Un po’ meccanici e poco curati, in alcuni punti, i movimenti dei protagonisti sulla scena. La Crespy, tuttavia, cura molto bene il momento finale, che racchiude il senso del corto. Qui la madre segue il protagonista alle sue spalle, andando fuori fuoco, e sembra quasi un fantasma. Quello che lui porta sempre sulle spalle nella vita di tutti i giorni.

Fra i più significativi cortometraggi del MyFrenchFilmFestival c’è sicuramente “Sole mio”, di Maxime Roy. Roy racconta una vicenda difficile dosando bene le emozioni e tratteggiando con delicatezza un rapporto padre/figlio. Il protagonista è Daniel, che si ritrova ad affrontare la disperazione della madre che non ha più notizie del marito e padre del ragazzo. Daniel è in una situazione difficile, perché sta ospitando il suo genitore, che ora si identifica come Lisa. Il ragazzo proverà a convincere Lisa a raccontare tutto alla mamma. A colpire particolarmente lo spettatore è il fatto che Daniel continui a chiamare Lisa “papà”. Ma a parte questo è molto bella la tenerezza fra il figlio e Lisa, che condividono molto, ed è di grande effetto il momento in cui la mamma di Daniel capisce tutto. Basta uno sguardo.

"Spazi vuoti" - Photo Credits: myfrenchfilmfestival.com
“Spazi vuoti” – Photo Credits: myfrenchfilmfestival.com
I tre cortometraggi animati in gara al MyFrenchFilmFestival

Tre i cortometraggi animati tra i dieci che competono al MyFrenchFilmFestival. Il primo, “Ragazze blu, paura bianca”, è una commedia drammatica disegnata e colorata interamente a matita. Partendo da una coppia in macchina sulle strade della provenza, le animatrici firmano un’opera femminista e d’impatto, che non lascia lo spettatore indifferente. Molto particolare è anche “L’amico di un amico”, corto pop e colorato di Zachary Zezima. Il regista racconta di un ragazzo che viene aggredito sessualmente e in seguito sequestra, punisce e poi fa amicizia con il suo aggressore. Tutto ciò lo porterà ad affrontare il suo passato e le ambiguità della sua sessualità. Si tratta di un film unico nel suo genere.

Infine abbiamo “Spazi vuoti” di Geoffroy de Crécy. Il regista ci mostra tutti i luoghi della nostra esistenza, pubblici e privati, ma senza la presenza umana. Gli unici suoni sono la musica che proviene da un giradischi e i rumori delle macchine che svolgono no-stop la medesima azione. Di grande impatto e di triste attualità, se si considerano i lockdown nazionali che sarebbero arrivati poco dopo la realizzazione del corto.

Paola Maria D’Agnone

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