Figlia d’arte, l’attrice britannica naturalizzata australiana Naomi Watts, nasce da una famiglia che aveva già radicato la propria vita nel mondo dello spettacolo. Il padre, Peter Watts, era il tecnico del suono di una delle rock band più iconiche degli anni ’60: i Pink Floyd. Sono tuttavia le orme della madre Miv Watts che Naomi segue quando, da poco trasferitasi in Australia, comincia a prendere lezioni di recitazione.

Oggi compie 53 anni quest’attrice che, tra le altre cose, ha raccolto la sfida di dare una nuova interpretazione al mito di King Kong nel remake di Peter Jackson.In questa occasione, festeggiamo lei e la sua carriera ricordando i ruoli che le hanno permesso di ascendere all’ambito Olimpo hollywoodiano.

Le atmosfere lynchiane verso il successo di Naomi Watts

Mentre la carriera dell’amica conosciuta in sede di provino, Nicole Kidman, evolve speditamente, l’esordio di Watts procede a stenti. Tra parti in B-movies, doppiaggi passati inosservati e un lungometraggio di sua produzione che non trova distribuzione, l‘inizio di un percorso cinematografico per la giovane attrice sembra tutt’altro che promettente.

La svolta però arriva e lo fa attraverso il regista che aveva già incantato (ed inquietato) il mondo con le atmosfere paranormali di “Twin Pix“: David Lynch. Naomi Watts viene selezionata per la parte della protagonista per “Mulholland Drive”: Betty Elms, un’attrice che si innamora di una donna che, a causa di un incidente d’auto su Mulholland Drive, ha perso la memoria.

La pellicola, che non manca di mostrare la mano registica di Lynch per come la conosciamo, riceve un’accoglienza molto positiva tanto dal pubblico quanto dalla critica, e vince persino il premio di Miglior Film al Festival di Cannes. Un successo che legittima Watts ad entrare a pieno titolo nella cerchia di coloro che possono essere ammirati per le proprie doti recitative.

Una gornalista di Seattle nel remake dell’horror giapponese

Nel 2002 Naomi Watts è al centro di un horror che incassa 129 milioni di dollari al botteghino USA: “The Ring“. Diretto da Gore Verbinski, l’horror è un remake dell’originale pellicola giapponese che descrive il mistero di una videocassetta dannata che condanna chiunque la guardi ad essere ucciso dopo sette giorni.

L’attrice britannico-australiana presta il proprio volto alla protagonista Rachel Keller, una giornalista che comincia ad indagare su questa inquietante tragedia che è già arrivata a travolgere anche la sua vita. Dalle analisi e dalle ricerche, emergerà la storia di uno del personaggi horror più noti del nostro tempo: la piccola Samara.

La nomination agli Oscar per “21 grammi”

Solo un anno dopo Naomi Watts torna in un film d’autore, diretta da Alejandro González Iñárritu. Si tratta di “21 grammi”, secondo film della cosiddetta “Trilogia della morte” del regista messicano. In questo progetto l’attrice dà vita al personaggio di Cristina Peck, donna dall’infelice destino che torna alla tossicodipendenza a causa di una tragica circostanza.

Accanto ad attori quali Sean Penn e Benicio del Toro, Watts dona al pubblico un’interpretazione che le vale la nomination agli Oscar nella categoria di Miglior Attrice Protagonista. Seguirà una carriera cinematografica degna dei maggiori divi del panorama hollywoodiano, che la portera ancora in produzioni premiate dall’Accademy.

Debora Troiani

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