Se “pesante è il capo che porta la corona”, immaginate quanto possa essere pesante il capo di chi interpreta il capo che avrebbe potuto portare la corona. E non un capo qualsiasi, stiamo parlando del capo della principessa del popolo, Lady Diana Spencer, interpretata da Naomi Watts nel film del 2013 “Diana – La storia segreta di Lady D”. Nonostante gli sforzi dell’attrice, che riesce ad entrare nel personaggio, il film non ha molto successo e, in un’intervista successiva all’uscita nelle sale, viene definito dalla stessa Naomi Watts come una “nave che affonda”.
Lo studio intenso di Naomi Watts per indossare i panni di Lady D
Nel 2013, usciva nelle sale di tutto il mondo “Diana – La storia segreta di Lady D”, uno dei molti film legati alla figura immortale di Diana Spencer, prematuramente scomparsa in un tragico incidente d’auto, il 31 agosto 1997, insieme al compagno Dodi Al – Fayed. Tralasciando ciò che ha funzionato o non ha funzionato nel film, in questo articolo ci concentriamo sull’interprete, Naomi Watts, che ha dedicato molto impegno nello studio della protagonista. Come la stessa Watts ha raccontato in un’intervista, il suo studio è passato attraverso ore e ore di filmati registrati che ritraevano Lady D, studiandone le movenze, gli sguardi e i modi di fare. Avrebbe anche chiesto di indossare i veri abiti della principessa e sarebbe stata disposta a recitare con una protesi al naso per raggiungere il più possibile la somiglianza fisica con Diana. E’ stato abbastanza? Purtroppo, pare proprio di no.
Un talento su una nave che affonda
Sulle pagine della rivista Harper’s Bazaar, Naomi si è lasciata andare ad un piccolo sfogo, rimarcando lo sforzo fatto dalla diva per interpretare Diana, in un contesto destinato a naufragare: “Sono stata sedotta dal personaggio, fantastico. Diana ha fatto molte cose nella sua vita, alcune hanno avuto risultati positivi e altre meno. Era poliedrica […] Purtroppo ci sono stati molti problemi con il film, che ha finito per prendere una direzione che non è stata quanto io speravo. Ma quando rischi, tra le varie possibilità, c’è anche il fallimento. Era una nave che affondava ma non potevo abbandonarla“.
Una storia d’amore come tante
Il film non è piaciuto molto alla critica. Il motivo è da ricercarsi nella scelta di rappresentare un momento privato di Lady D, di cui però si sapeva troppo poco. Così la presunta storia d’amore con il cardiochirurgo Hasnat Khan serve solo da spintarella per un film d’amore, simile a molti altri film d’amore, in cui più che i protagonisti, si impongono sulla scena il sentimento vero e proprio e quei momenti iniziali dell’innamoramento che, alla fine, sono uguali per tutti.
Che fine ha fatto la “principessa triste”
Se è vero che la Watts si è impegnata molto per incarnare la “principessa del popolo”, sembra aver lasciato dietro le quinte “la principessa triste”. Alcune espressioni di Diana, divenute iconiche, come il capo inclinato e lo sguardo rivolto verso il basso con quell’espressione assolutamente infelice, qui lasciano spazio ad un carattere molto vivace, una determinazione che sicuramente animava Diana, ma che veniva oscurata da quel velo di tristezza che in questo film si fa fatica a riconoscere. Ci piace pensare che possa essere stato una sorta di omaggio alla principessa che, almeno nella finzione, ha vissuto quella scarica elettrica e quell’adrenalina che l’amore ti può dare, e che probabilmente avrebbe meritato fin dal primo giorno. Ma la storia è andata diversamente.
Vera Martinez