Nastri d’Argento: i documentari vincitori

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Di Redazione Metropolitan

Let’s Kiss – Franco Grillini. Storia di una rivoluzione gentile di Filippo Vendemmiati, storia personale che diventa testimonianza di trent’anni di battaglie per i diritti civili, Per Lucio di Pietro Marcello, dedicato a Lucio Dalla, e La macchina delle immagini di Alfredo C. di Roland Sejko, riflessione sulla propaganda politica legata ad ogni regime totalitario (affidata ad una straordinaria ricostruzione d’archivio e all’attore Pietro De Silva) sono i vincitori dei Nastri d’Argento per i documentari 2022.
Lo annunciano i Giornalisti Cinematografici Italiani che hanno assegnato anche i Premi speciali di quest’edizione, premiando un cinema che mai come quest’anno, rilegge la storia dei grandi cambiamenti nel costume e nella società come nella musica e nella cultura di un Paese che si racconta nello specchio del cinema tra cinema del reale, cultura e spettacoli, e i docufilm che uniscono materiali d’archivio a momenti di ricostruzione sceneggiata.

Premi e finalisti sono stati scelti tra i 150 film usciti nel 2021 e visionati dal Direttivo Nazionale, appena rinnovato, in un panorama particolarmente ricco di temi, storie e personaggi che non dimentica l’attualità , come sottolinea a nome del Direttivo Nazionale dei Giornalisti la Presidente, Laura Delli Colli “in un’annata ancora difficile, segnata da interessanti testimonianze legate al presente e in un fermento creativo speciale considerando le condizioni critiche vissute dal cinema negli ultimi due anni”.

Con i tre Nastri assegnati nelle diverse categorie, completano il palmarès di quest’edizione i premi speciali: oltre il ‘Nastro dell’anno Doc’ a Giuseppe Tornatore per Ennio, l’omaggio del regista al genio di un musicista unico, ma anche all’amicizia personale con Morricone, i riconoscimenti per Luigi Proietti detto Gigi di Edoardo Leo e Cùntami di Giovanna Taviani, nella sezione dei docufilm, i premi per Eugenio Scalfari-A sentimental journey, tra privato e grande giornalismo ritratto del fondatore di Repubblica raccontato dalle figlie Donata e Enrica (con Anna Migotto e la regia di Michele Mally) e Oscar Micheauxil supereroe del cinema americano, pioniere afroamericano tra i registi e produttori cinematografici della storia del cinema, raccontato da Francesco Zippel. Infine Caterina Caselli, ‘protagonista dell’anno’ che si racconta tra musica e confidenze private in Una vita, cento vite di Renato De Maria.

Per la seconda edizione del premio intitolato alla memoria di un’autrice scomparsa troppo presto come Valentina Pedicini ha vinto Los Zuluagas di Flavia Montini (tra i finalisti con Climbing Iran di Francesca Borghetti e Corpo a corpo di Maria Iovine). Al film di Emanuela Giordano e Giulia Minoli Se dicessimo la verità il Nastro della legalità assegnato in collaborazione con Trame, Festival dedicato ai libri sulle mafie.
Un Premio speciale è stato assegnato anche a L’onda lunga – Storia Extra-ordinaria di un’associazione di Francesco Ranieri Martinotti dedicato ai 70 anni dell’Anac che testimonia la storia di un cinema militante che ha lottato contro ogni censura per un cinema e un Paese più democratico, libero e civile.

Completano il palmarès, oltre i 40 titoli finalisti tra i quali sono stati scelti i premi, due menzioni speciali per due film fuori selezione che, nel tempo sospeso della pandemia, hanno fotografato sia le emozioni intime dei più giovani che le difficoltà personali e strutturali dell’intera comunità dello Spettacolo di fronte al tema del lavoro e ai problemi che hanno messo in crisi l’occupazione, anche se non la creatività, di un intero settore di vita culturale del Paese. Vanno al film realizzato dagli allievi del Centro Sperimentale di Palermo diretto da Costanza Quatriglio Sotto lo stesso tempo e a Grido per un nuovo Rinascimento di Elena Sofia Ricci, Elisa Barucchieri e Stefano Mainetti, cronaca di una mobilitazione che ha coinvolto attrici e attori, autori, musicisti, tecnici e maestranze nel nome del diritto al lavoro.

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