Il 23 settembre si celebra il Natalis Augusti, in occasione della nascita dell’Imperatore Ottaviano Augusto. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, di seguito, le celebrazioni e i culti in onore dell’imperatore.

Natalis Augusti, le celebrazioni in onore della nascita dell’Imperatore

Natalis Augusti - Credits: mondoromano.com
mondoromano.com

Nel 63 a.C. nasce a Roma Ottaviano, figlio di Caio Ottavio e di Azia, nipote di Cesare. Il Natalis Augusti si celebra, infatti, in onore della nascita del noto Imperatore romano. A Roma era usanza comune festeggiare il dies natalis, ovvero, la nascita del padre o di alcuni membri della famiglia già in atto a partire dal III sec. a.C. L’uso di queste celebrazioni avveniva anche per alcuni templi, o per lo stesso natalis Urbis. Tuttavia, il Natalis Augusti, si celebrava in vita e in morte. A tal proposito, Gaio Svetonio Tranquillo afferma in Vita divi Augusti:

Dal tempo remoto in cui un fulmine era caduto su una parte delle mura di Velitrae, era stato profetizzato che un giorno un cittadino di quella città si sarebbe impadronito del potere; per questo gli abitanti di Velitrae, fiduciosi nella promessa, e allora e in seguito combatterono spesso contro il popolo Romano, fin quasi alla loro rovina. Ben più tardi apparve evidente che il prodigio aveva voluto fare riferimento alla potenza di Augusto”.

Nel 18. a.C. il Senato proclama l’Imperatore Ottaviano come Augusto: quindi sacro e degno di venerazione. In seguito, gli dedica tutto il mese di Agosto dichiarandolo Feriae Augusti, ”le vacanze di Augusto”; considerando anche che, il suddetto mese prima di tale proclamazione noto come Sextilis, includeva una moltitudine di feste religiose. L’appellativo Augusto derivava dalla denominazione della Grande Madre siriana Atargatis, detta l’Augusta. L’Imperatore quindi celebrava in vita non solo il Natalis Augusti; altre feste a lui dedicate erano la sua acclamazione a imperatore, il giorno della dedica del suo tempio di Augusto e tutto il mese di Agosto.

Culto e adorazione di Augusto

In seguito alla proclamazione di Ottaviano come venerabile, quindi Augusto, e successivamente al suo rifiuto al titolo di Romolo, alcune città orientali vollero dedicargli un culto. Ciò accadeva nel 27 a.C., tuttavia l’adorazione di un imperatore vivente non era del tutto gradita a Roma. Così Augusto, oltre il suo Natalis Augusti, ordina che il suo culto fosse associato a quello della Dea Roma. Ciononostante, spesso, risultava un cerimoniale ben distinto da quello di Roma. Esisteva una devozione del Genio dell’Imperatore: tale pratica coinvolgeva il sovrano vivente senza contrapporsi ai principi della religione romana che non concepiva la venerazione della diade uomo-dio. Accoglieva, invece, il concetto di Geni; il Genio personale si rifaceva alla figura del Daimon greco ma, anche, alla Lasa etrusca.

Una ripresa che, in seguito, avverrà anche nella religione cristiana con la creazione della figura dell’angelo custode. L’inizio della venerazione del sovrano non avviene con il Natalis Augusti ma con l’introduzione del genius Augusti, rappresentazione del suo nume tutelare. Alla sua morte il Senato lo proclama divus con la ”Deificatio”, un atto pubblico. Sorgono quindi i collegi sacerdotali a lui dedicati e le festività, iniziando dal giorno della sua nascita il Natalis Augusti. L’immagine del divus non era similare a quella delle divinità: poteva assurgere alla condizione di divus solo chi apparteneva a una sfera di mezzo come gli eroi o alcuni imperatori. In seguito a una cerimonia diventavano immortali e venerabili come divini, dopo la loro morte.

Natalis Augusti, cerimoniali e festeggiamenti

L’Imperatore Augusto rimaneva uno dei sovrani più amati di Roma e, sopratutto, più rimpianti. Il Natalis Augusti, infatti, era ormai considerato un giorno molto prospero specialmente perché vicino al Dies Natalis di Romolo. I festeggiamenti si dividevano in varie fasi: ci si recava al tempio dedicato ad Augusto dove i sacerdoti leggevano un elogio in suo onore scritto su tavole d’argento, oro o avorio. In seguito, senatori o personalità influenti regalavano una statua dell’Imperatore con targhe per decorare la città. Il tutto era seguito da processioni, giochi pubblici, lauti banchetti in prossimità dei templi. Si servivano, di solito, focacce accompagnate dal vino. La festa proseguiva fino al calar del buio. Durante le celebrazioni vi erano oggetti raffiguranti l’imperatore: medaglie, lastre e monili vari; persino monete con l’effigie di Augusto prodotte appositamente per l’occasione.

Stella Grillo

Seguici su Google News