Navalny, la Russia scende in piazza in sua difesa

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Per Navalny la Russia scende in piazza. Alcune Ong legate ai movimenti di opposizione a Putin, segnalano manifestazioni in molte zone del territorio russo. Oltre centomila persone sono scese in piazza per manifestare contro l’arresto di Navalny, avvenuto immediatamente dopo il suo ritorno a Mosca e che ora rischia fino a tredici anni di carcere.

Manifestanti coraggiosi

I manifestanti sono scesi in piazza contro tutte le avversità, a cominciare da quelle climatiche. In alcune parti della Russia, infatti, il termometro segnava anche -50 gradi. Ma le più gravi minacce provenivano dalle durissime leggi contro qualsiasi forma di dissenso ed in oltre 70 città le autorità avevano deciso norme severe per impedire la protesta. Nonostante tutto questo, i manifestanti sono scesi in piazza, oltre duemila di loro sono stati arrestati e saranno presto giudicati in tribunale.

Fermata anche la moglie di Navalny

Tra i fermati vi è anche la moglie di Navalny, Yulia, poi rilasciata in serata. La discesa in piazza di decine di migliaia di russi è il segno tangibile dell’esistenza di un’opposizione forte alla leadership di Putin. Fonti governative continuano, sempre più affannosamente, a sostenere che la figura di Putin ancora gode di un amplissimo sostegno da parte dell’opinione pubblica russa, ma il dato che deve far riflettere è che questa contestazione coinvolge le giovani generazioni, gli studenti universitari, la borghesia professionale e si sta allargando, a macchia d’olio, in tutta la Russia.

Dure restrizioni per bloccare i minori

Per tentare di bloccare l’adesione dei minori alle manifestazioni, le autorità avevano indetto una giornata di lezioni scolastiche nonostante fosse sabato, inoltre erano stati rallentati i social, soprattutto Tik ToK e le comunicazioni telefoniche. Tutte queste misure restrittive non hanno fermato il popolo di Navalny che ha continuato la sua inarrestabile marcia fino a raggiungere il carcere di Matrosskaya Tishina, dove il blogger è detenuto in attesa del processo.

Navalny continua la sua battaglia

Arrestato al suo rientro a Mosca, dopo essere stato avvelenato nel mese di agosto in Siberia dove si trovava per la campagna elettorale, Navalny prosegue la sua battaglia contro Putin. È di qualche giorno fa la pubblicazione di un video dove compare un enorme proprietà sul Mar Nero che, secondo Navalny, apparterrebbe a Putin stesso. Sempre nel video, si parla anche di scopini per wc pagati 700 euro l’uno, cosa che ha indignato molti e, infatti, tanti manifestanti hanno portato da casa scopini per il wc, per agitarli in segno di protesta.

Stefano Vori