Nel rogo di Londra, due gli italiani dispersi

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Di Redazione Metropolitan

Londra: ieri, in piena notte, la Grenfell Tower viene avvolta dalle fiamme. Gli inquilini hanno pochi minuti per salvarsi e scendere di corsa l’infinito numero di scale della struttura. Non tutti ce l’hanno fatta. Di chi è la colpa?

<<Sono nei pompieri da 29 anni e non avevo mai visto nulla di simile>>. Sono queste le parole di Dany Cotton, Comandante dei Pompieri di Londra, mentre commenta il drammatico incendio che ieri ha invaso il famoso grattacielo di 24 piani a North Kensington.

Era quasi l’1 di notte quando i centralini delle forze antifuoco di Londra sono stati presi d’assalto dai residenti della struttura. Quindici minuti e le fiamme si erano ormai propagate fino all’ultimo piano, probabilmente partite dal terzo o quarto.

L’incendio è andato avanti per ore, dando vita a scene drammatiche, purtroppo già viste in passato: persone che tentavano di scappare, altre affacciate impotenti alla finestra, persino un bambino lanciato di sotto, avvolto in una coperta e, da quanto si apprende, miracolosamente afferrato da un ragazzo.

Dodici morti e decine di feriti è il bilancio attuale, ma si pensa non definitivo purtroppo. DIverse sono le persone che mancano all’appello, anche due italiani: si tratta di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, due fidanzati veneti di 27 e 28 anni, che si erano trasferiti nella capitale inglese solo nel marzo scorso per motivi lavorativi. Dei due non si hanno più notizie dopo che i genitori del ragazzo non sono più riusciti a contattarli in tarda notte. <<Siamo stati al telefono con i ragazzi sino all’ultimo istante,  cercava di minimizzare. Penso facesse così per tranquillizzare Gloria e anche mia moglie. Continuava a garantirci che i soccorsi stavano arrivando e che la situazione si poteva risolvere>> – racconta Giannino Gottardi, padre del ragazzo.

Intanto le ricerche continuano ma la speranza di trovare qualcuno ancora in vita non sono molte perchè l’incendio è durato molte ore, producendo una colonna di fumo visibile in tutta Londra. Inoltre, ispezionare tutta la struttura richiederà diverse settimane.

In molti già fanno notare come la situazione era evitabile, infatti già da tempo gli inquilini del grattacielo avevano segnalato diverse regolarità alla Kensington and Chelsea Tenant Management Organisation, la società proprietaria dell’immobile. Inutililmente però, infatti le denunce erano andate a vuoto e la società aveva con insistenza rassicurato gli abitanti del grattacielo affermando che tutto era in regola.

Purtroppo, non è stato così: gli allarmi anti incendio non hanno funzionato, nemmeno il sistema idrico automatico, inoltre il palazzo ha preso fuoco in un tempo troppo breve, questo perchè durante recenti lavori di ristrutturazione gli interni erano stati ricoperti con materiali probabilmente non adeguati e facilmente infiammabili. Anche le vie di fuga mancavano, nessuna scala di sicurezza era infatti stata ancora costruita, trasformando il grattacielo in una vera e propria trappola.

Le autorità sono già a lavoro per ricostruire il fatto ed eventuali responsabilitià. Varie sono le ipotesi fino ad ora supposte: una fuga di gas, avvalorata da alcune testimonianze dei residenti che hanno parlato di recenti interventi sulle tubature; un corto circuito partito da un frigo rotto, in quanto negli ultimi tempi una famiglia aveva lamentato il problema; impianti elettrici mal funzionanti; il rivestimento in zinco recentemente utilizzato per ristrutturare gli interni.

Per ora si tratta solo di ipotesi. Tutto è opaco, immerso nel fumo, anche l’incertezza di trovare ancora qualcuno in vita e di rintracciare i nostri due connazionali dispersi. Il Consolato italiano a Londra è al lavoro.

Un’altra tragedia che si poteva evitare,  bastava un minimo di attenzione in più.

Lorenzo Maria Lucarelli