Scomparso nel gennaio del 2018 all’età di 95 anni, il padre Ezio Greggio è sempre stato un punto di riferimento per lui e ne ha spesso parlato nel corso di interviste e nei post pubblicati sui social network. Come raccontato dallo stesso Ezio, Nereo fu soldato in Grecia nel corso della Seconda Guerra Mondiale e rifiutò di tornare in Italia per combattere contro i partigiani – «tra i quali c’erano i suoi parenti» – e, come evidenziato poco sopra, fu internato per oltre tre anni in un lager in Germania. «Mio padre Nereo ha 93 anni, ma non li dimostra, ha combattuto per il nostro Paese e ha passato tre anni nei campi di concentramento, ha lottato tra la vita e la morte, salvato le persone deboli», le sue parole in un’intervista del 2016.

Nereo Greggio, chi era il padre di Ezio e la grande ammirazione

Di papà Nereo, Ezio Greggio ha sempre parlato poco. Ma quando l’ha fatto, ha voluto raccontare a tutti le sue imprese. Una volta, il conduttore di Striscia aveva detto: “Mio padre Nereo ha 93 anni, ma non li dimostra, ha combattuto per il nostro Paese e ha passato tre anni nei campi di concentramento, ha lottato tra la vita e la morte, salvato le persone deboli”. Soldato in Grecia durante la seconda guerra mondiale, si era rifiutato di tornare in Italia per combattere i partigiani. Decisione che gli era costata la deportazione e la reclusione in un campo di concentramento in Germania, dove trascorse tre lunghi anni prima della liberazione e il ritorno a Cossato (Biella), cittadina dove Ezio sarebbe nato nel 1954.

Fin dall’infanzia, l’attore comico di trasmissioni cult della tv italiana come Drive In si è fatto raccontare dal papà gli anni della guerra. “Potrei realizzare dieci film sulle sue narrazioni”, ha confessato Ezio Greggio che, non a caso, ha preso ispirazione da questi racconti per tratteggiare il suo personaggio nel film “Il papà di Giovanna”, di Pupi Avati. Film dove Greggio, unica volta in carriera, ha interpretato un ruolo drammatico, quello di un commissario della polizia fascista: “Da papà ho imparato tutto, anche l’ironia, perché l’umorismo lo aveva accompagnato fino all’ultimo giorno”.