INPS non può pagare le indennità per i periodi di quarantena 2021 dei lavoratori entrati in contatto con positivi al COVID 19, per mancanza di fondi. Il problema è stato ribadito dal Presidente dell’Istituto Pasquale Tridico in una intervista di pochi giorni fa al  quotidiano La Stampa . Nel riconoscere la difficolta che si crea alla aziende , chiamate a coprire i costi delle assenze dei lavoratori  ha fatto presente che non si tratta di una  sua decisione ma di mancati finanziamenti , che sta al Governo risolvere . 

Si ricorda che la normativa emergenziale aveva imposto la quarantena obbligatoria per i casi in cui non fosse possibile lo smart working dei dipendenti.

Per il 2021  già nel messaggio 1667 del 2021 e poi con il messaggio 2842 del 6 agosto 2021,  INPS  aveva comunicato che: 

  1. per gli eventi  di quarantena verificatisi nel 2020, le relative prestazioni saranno sempre riconosciute, con relativo aggiornamento contributivo degli estratti conto dei dipendenti interessati. 
  2. per gli eventi quarantena verificatisi nel 2021, invece, in assenza  di uno specifico stanziamento di fondi, le relative prestazioni di malattia non potranno essere riconosciute.  ATTENZIONE  nel caso di lavoratori fragili (articolo 26, comma 2, del Dl 18/2020) la tutela  è garantita grazie al fondo rifinanziato dal Decreto Sostegni 1 (n. 41 2021) fino al 30 giugno 2021.

Le faq del ministero della Salute  aggiornate  il 13 agosto  richiamano ancora una possibile copertura da parte dello Stato, senza che i dipendente debba ricorrere a permessi o ferie o aspettativa non retribuita ; affermano infatti :”Al termine del periodo di quarantena la persona potrà rientrare al lavoro e il periodo di assenza potrà essere coperto dal certificato medico. Al rientro la persona dovrà contattare il medico competente della sua azienda per ulteriori informazioni.” 

I sindacati confederali CGIL CISL e UIL si sono detti molto preoccupati e hanno chiesto al governo con una lettera inviata ai ministri del lavoro Orlando e dell’Economia Franco, “un intervento normativo urgente che consenta all’Istituto di assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori le tutele”.

Dato il perdurare dei casi di contagio e di relativi contatti a rischio non si esclude  che il Governo stanzi a breve le risorse necessarie per la copertura delle assenze per quarantena fino a fine 2021, in concomitanza con il cessare dllo stato di emergenza.

Vale la pena ricordare che attualmente le norme prevedono :

  • per i non vaccinati un periodo di qurantena di 10 giorni dall’ultimo contatto  stretto con  persone positive al COVID 19 , 
  • per i vaccinati un periodo di quarantena di 7 giorni , sempre dal momento del contatto con la persona positiva

Al termine del periodo indicato deve essere eseguito un test antigenico o moltecolare che se negativo consente di interrompere la quarantena.

Unimpresa spiega che se le aziende non copriranno le prestazioni Inps, per i lavoratori ci sarà un danno in busta paga tra i 600 e i 700 euro, in media, per dieci giorni di assenza. Per le imprese «si tratterebbe in ogni caso di fare i conti con un danno, che potrebbe essere doppio: gestire l’assenza di personale, che in caso di contagi aziendali potrebbe addirittura dimezzarsi, quindi con conseguenze sull’operatività aziendale, e, contemporaneamente, subire un peso per l’eventuale compensazione dei buchi nelle retribuzioni dei dipendenti».

Unimpresa parla di «discutibile stop arrivato con il messaggio del 6 agosto 2021, con il quale l’Inps ha infatti annunciato che per l’anno 2021 le prestazioni di malattia legate alla quarantena fiduciaria non saranno più equiparate a una malattia e dunque non potranno essere riconosciute dall’Istituto, come a dire o paga l’azienda oppure il lavoratore si vedrà lo stipendio tagliato per quelle giornate. Inoltre, i lavoratori cosiddetti “fragili”, quelli che più di ogni altra categoria avrebbero dovuto essere tutelati e protetti, saranno coperti soltanto fino a giugno 2021, dopodiché anche per loro si apre un buco che qualcuno dovrà coprire e tutto questo nel momento in cui purtroppo i dati sui contagi riprendono ad aumentare».