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Settembre 8, 2024, domenica

No-fly zone: cos’è e perché l’Ucraina la vuole

Dall’inizio del conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto alla Nato e agli Stati Uniti di imporre una «no-fly zone», ovvero un divieto di sorvolare un’area delimitata. Tuttavia, la risposta a questa richiesta, è sempre stata negativa. Ecco spiegato perché sarebbe un atto di guerra.

Cos’è la no fly zone e perché sarebbe un atto di guerra

Il presidente ucraino Zelensky ha di nuovo avanzato la richiesta, in questi giorni, di istituire una no-fly zone sull’Ucraina, senza successo. Anche stavolta Nato e Stati Uniti non hanno accettato la richiesta.
La no-fly zone è una zona d’interdizione al volo, ovvero è una parte di territorio entro il quale vige il divieto di sorvolo. Servirebbe, in questo caso, a impedire agli aerei russi di volare nel cielo ucraino. Il provvedimento servirebbe ad evitare la minaccia di un attacco dall’alto.
Di solito, questa area interdetta al volo si utilizza in un contesto di controllo militare degli spazi aerei per delimitare una zona demilitarizzata dal cielo, e può essere dichiarata da singoli stati o da istituzioni internazionali come Onu e Nato. Ma proprio quest’ultima ha deciso di non applicarla all’Ucraina.
Il motivo è che la no-fly zone è considerata un provvedimento offensivo, non un’azione difensiva.
Approvarla equivarrebbe a un’entrata in guerra contro la Russia. La Nato dovrebbe infatti controllare i cieli ucraini e colpire gli eventuali velivoli che violassero il divieto di entrata nella zona.

Lo scopo delle no-fly zone è di proteggere residenze o aree sensibili come edifici governativi.
Il provvedimento permette di entrare in un conflitto senza truppe di terra, ma solo controllando i cieli. Questo però, già di per sé, corrisponde a un atto di guerra.

La Nato ha dichiarato la no-fly zone in Bosnia fra il 1993 e il 1995 con il sostegno dell’Onu.
Fatto che si è ripetuto in Libia nel 2011.
In Iraq ciò è avvenuto per la prima Guerra del Golfo: la no-fly zone era stata dichiarata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia senza l’appoggio dell’Onu. Non c’è stata no-fly zone in Siria.

Beatrice D’Uffizi

Instagram: https://www.instagram.com/metropolitanmagazineit

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