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Ottobre 14, 2024, lunedì

“Nomadland”, polemiche per la rappresentazione di Amazon nel film

Una bufera di controversie si abbatte su “Nomadland”, l’acclamato film di Chloé Zhao, che dopo avere trionfato ai Golden Globe e ai BAFTA, è al momento favorito agli Oscar nelle categorie Miglior Film e Miglior Regista. La pellicola dell’emergente cineasta asiatica è stata ampiamente lodata per il suo ritratto sensibile e autentico della vita dei lavoratori itineranti. Al contempo, però, alcune voci si sono scagliate contro l’edulcorazione delle dure condizioni lavorative all’interno dei magazzini Amazon.

In un recente articolo apparso sul Times, il reporter Alec McGillis ha sostenuto che “Nomadland”, incentrato sull’esperienza della nomade Fern (interpretata da Frances McDormand), sorvola sugli aspetti deumanizzanti e potenzialmente nocivi del lavoro per il colosso dell’e-tail. “Sono la potenza visiva del film e il suo centro emozionale, il dolore di Fern per la perdita del marito e della sua vita passata, ad occupare l’attenzione del pubblico, non le problematiche di Amazon”, scrive McGillis. “Qualcuno potrebbe facilmente uscire dal cinema con una visione benigna del prezzo che Amazon impone ai suoi lavoratori, inclusi quelli temporanei”.

La replica di Amazon e della regista Chloé Zhao

Altri critici ritengono che Chloé Zhao abbia omesso i passaggi di condanna del libro di Jessica Bruder “Nomadland: Un racconto d’inchiesta” da cui la sceneggiatura è stata adattata. Tuttavia non manca chi controbatte a queste opinioni affermando che il film vuole essere l’esplorazione di un personaggio, non un’opera di giornalismo investigativo scandalistico.

Le polemiche si inseriscono nel contesto più ampio del referendum fallito per l’adesione al sindacato dei dipendenti di un magazzino a Bessemer in Alabama. In un comunicato, il portavoce Amazon Andre Woodson ha dichiarato: “[Il programma] CamperForce retribuisce i dipendenti almeno 15 dollari l’ora, fornisce loro lo spazio parcheggio e gli attacchi per il camper. Centinaia di lavoratori stagionali fanno parte del programma, molti dei quali ritornano anno dopo anno per aiutarci a soddisfare le ordinazioni durante il periodo delle vacanze. Numerosi di questi dipendenti tornano e ci parlano della loro esperienza positiva”.

Chloé Zhao non ha dato una risposta diretta alle critiche, ma ha precisato che l’intento del film non è mai stato quello di minimizzare le difficoltà della vita nomade. “Se guardate con attenzione, la questione del sacrificio degli anziani in nome del capitalismo è presente in ogni fotogramma”, diceva a febbraio in un’intervista. “Soltanto, sì, c’è un meraviglioso tramonto sullo sfondo”.

Chloé Zhao, regista di "Nomadland" - Photo Credits: LongTake
Chloé Zhao, regista di “Nomadland” – Photo Credits: LongTake

Sergio Rosi

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