Non Essere Cattivo: Quando finisce il mondo pasoliniano

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Di Redazione Metropolitan

Claudio Caligari. Un uomo, un cinema. Un artista che ha dedicato la sua intera esistenza alla settima arte e che, dopo la sua dipartita, ha cominciato a raccogliere consensi sempre maggiori grazie anche a “Non Essere Cattivo” (stasera su RAI Movie alle 22:55).

Non essere cattivo
Non essere cattivo. PhotoCredit: Web

Io confesso che Caligari l’ho conosciuto nel 2015 al Festival di Venezia quando fu presentata questa sua ultima opera postuma.

Avevo già sentito parlare di “Amore Tossico” e “L’Odore della Notte” (primi due capitoli di un’ideale trilogia che il regista è riuscito a concludere prima di morire) ma non li avevo mai visti.

l'odore della notte
L’odore della notte. PhotoCredit: Web

Oggi li conosco tutti e tre e posso dire che sono uno più bello dell’altro ma “Non Essere un Cattivo” rimane, a mio modesto parere, il capolavoro di Caligari.

Claudio Caligari
Claudio Caligari. PhotoCredit: Web

Cresciuto negli anni ’70, Caligari è il rappresentante più lucido e inflessibile della cosiddetta “generazione pasoliniana”, ovvero quella che ha subito gli effetti collaterali della cultura degli anni ottanta fino alla fine del decennio successivo.

Epoca in cui è ambientato proprio questo “Non Essere Cattivo”, tragico resoconto dell’esistenza di due disperati che popolano la Ostia del 1995.

Non essere cattivo
Non essere cattivo. PhotoCredit: Web

Cesare (Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi) campano attraverso espedienti illegali e consumando sostanze stupefacenti, cercando di non farsi schiacciare dalle delusioni della propria vita e alle poche prospettive che il futuro sembra offrirgli.

Non essere cattivo
Non essere cattivo. PhotoCredit: Web

Non che si possa del tutto biasimarli poiché sono abitanti di un paese che non sembra davvero aiutarli. In particolare Cesare che porta sulle spalle anche la responsabilità verso la madre e la nipotina Debora, figlia malata della sorella defunta.

A dire il vero, i due cercano anche di rigare dritto come possono ma non riescono sempre ad accettare le difficoltà della vita, grandi e piccole che siano.

Non essere cattivo
Non essere cattivo. PhotoCredit: Web

Caligari amava il cinema ma con questo film si è dimostrato anche uno dei pochi autori capaci di mostrare il lato più disagiato di un’epoca ormai passata ma di cui spesso si colgono ancora i rimasugli.

Non essere cattivo
Non essere cattivo. PhotoCredit: Web

Lui l’ha fatto attraverso una regia sicura, uno stile crudo ma sofferente e dirigendo un piccolo ma bellissimo gruppo di attori: Marinelli riuscì a conquistarmi ancora prima della sua consacrazione definitiva con “Lo Chiamavano Jeeg Robot”, Borghi fu una sorpresa e lo stesso si può dire per Roberta Mattei e Silvia D’Amico.

Ho cercato di trovare un qualche difetto a questo film ma non ci sono riuscito neanche con tutti gli sforzi possibili. Sarà che il dramma raccontato da Caligari è sincero e privo di spocchia autoriale ma io credo che la verità sia un’altra.

Claudio Caligari. PhotoCredit: Web

Questo è un film che possiede tutto quello che io chiedo da un buon (badate: non perfetto ma buono) prodotto cinematografico: una storia, una regia concreta, personaggi memorabili e di conseguenza attori indovinati, contenuti ed emozioni.

Non essere cattivo” è grande Cinema non solo di tipo sociale ma anche di quello che riesce a scuoterti l’anima e a farti piangere il cuore, senza ricatti o moralismi beceri. Ad avercene.

Non essere cattivo
Non essere cattivo. PhotoCredit: Web

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