Nole Djokovic, il meglio del serbo per le 33 candeline

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Di Redazione Metropolitan

Oggi tocca proprio a lui spegnere 33 candeline. A quel bambino prodigio scoperto da Jelena Gencic che ora si trova a dominare la classifica mondiale ATP, a possedere 17 slam e ad avere una famiglia con due figli. È il turno di Novak Djokovic, il tennista serbo che si è imposto al mondo del tennis con tutte le sue particolarità e con la tenacia di chi è nato per fare questo e lo sa. Oggi si festeggia quella leggenda del tennis moderno di cui, tra le altre stelle fisse dell’universo tennistico, non si pensava forse di aver bisogno. Eppure, con coraggio e determinazione, ha imposto la sua presenza. È diventato più di un giocatore, si è trasformato in un simbolo stesso del tennis. Ha rivoluzionato la vita di molti tifosi con il suo rovescio bimane, la sua elasticità, la sua forza mentale indissolubile.

Il meglio di Djokovic

Tutti ormai conoscono Novak Djokovic, dunque sarebbe superfluo scrivere della sua biografia. Ciò che si propone questo articolo è di fare una classifica speciale che possa sottolineare alcuni momenti memorabili ed alcune curiosità di Nole.

1 Le missioni impossibili di Novak

L’impressione che si ha quando si guarda giocare Novak Djokovic è che abbia un fuoco dentro che gli permetta di arrivare su ogni palla, di capovolgere situazioni considerate irreversibili, di sorprendere tutti con quella voglia di farcela anche quando sembrano partite ormai chiuse. Forse, nei momenti più bui di un match, Nole fiuta il peso della sconfitta e l’onore di una vittoria conquistata in questo modo e si lancia nel vuoto: chi può mai assumersi la colpa di aver dimenticato la rimonta da 5-3 40-15 a favore di Federer nel set decisivo degli Us Open del 2011?

Nessuno, perché nessun tifoso può dimenticare quella risposta di dritto che ha cambiato le sorti dell’incontro e ha proiettato Djokovic in finale. Più recentemente, stesso avversario, scenario differente, ossia Wimbledon 2019, Nole salva ancora due match point sul finire del match e regala agli spettatori presenti sentimenti contrastanti: i fan di Federer vedono sfumare un sogno e i fan del serbo risvegliano la speranza. Ne risulta una delle finali più memorabili di sempre, nonché la più lunga della storia.

Novak DJokovic 2006
Un giovane Novak Djokovic nel 2006
Credits: Getty Images\ Julian Finney

2 Il re dei Masters

Dal 2006, anno in cui vince il suo primo titolo ATP e viene premiato come “ATP Most Improved player of the year“, il tennista serbo ne ha fatta di strada. È l’unico tennista della storia ad aver compiuto il Career Golden Masters, ovvero ad aver vinto tutti i tornei Masters 1000 almeno una volta. Ha chiuso il cerchio con la vittoria a Cincinnati nel 2018 ai danni di Roger Federer, ultimo titolo che mancava all’appello per arrivare al record.

3 La rivalità con i big

Il trio che ha reso il tennis famoso nelle cronache sportive del tennis contemporaneo e che ancora domina il circuito, nonostante i tentativi della Next Gen di prevaricare, è indissolubile. Non può esistere uno dei tre senza l’altro o si andrebbe incontro alla perdita di match ineguagliabili. Come si pone Djokovic rispetto a Nadal e Federer? Con lo spagnolo ha disputato 55 incontri e conduce con 29 scontri vinti e 26 persi, con lo svizzero si è incontrato in campo 50 volte e ha vinto 27 di queste.

Novak possiede 17 Slam, in coda ai 19 di Nadal e ai 20 di Federer. Tuttavia, al di là dei numeri, ciò a cui hanno dato vita questi tre insieme va oltre la capacità di essere un campione e giocare bene a tennis. Hanno creato qualcosa di unico ed irripetibile, infatti, per quante partite possano aver disputato tra loro, gli ammiratori non aspettano altro che vedere il prossimo scontro. È adrenalina pura tutte le volte che si alza il sipario. Inoltre, anche l’amico di Nole e grandissimo campione britannico Andy Murray ha contribuito a dare un input pazzesco al tennis degli ultimi anni.

Novak and Nadal 2020
Novak Djokovic e Rafael Nadal al termine dell’ATP CUP 2020
Credits: Getty images\ Andy Cheung

4 Cosa fa di Djokovic un “Djokovic”?

Djokovic è diventato nel mondo sinonimo di certezza, di vittoria. Lo confermano gli 8 Australian Open, i 5 Wimbledon, i 3 Us Open. Da Wimbledon del 2015 al Roland Garros del 2016 ha vinto consecutivamente i quattro tornei del Grande Slam, riuscendo nell’impresa del “Grande Slam virtuale”. Ma cosa ha reso Djokovic un campione tale? Sono tante le dinamiche che lo hanno condotto fino a qui; Nole ci tiene sempre a precisare che cosa lo ha aiutato negli anni, sia nei momenti bui che in quelli più splendenti. Oltre, ovviamente, ad allenamenti specifici e continui che gli hanno permesso di avere una risposta al servizio formidabile, un rovescio bimane speciale e una rapidità indiscussa, ciò che rende Djokovic diverso è la sua incredibile elasticità. È una dote che coltiva da quando è un bambino.

Per mantenersi flessibile Nole fa tante sessioni di stretching, in più tiene sotto controllo la sua intolleranza al glutine curando l’alimentazione in maniera decisamente precisa. Sottolinea sempre nelle interviste quanto la sua forza mentale, invece, scaturisca da un continuo lavoro su sé stesso, in cui rientra anche una sessione quotidiana di meditazione. Tuttavia, replicare Djokovic è difficile, è chiaro che, oltre a tutte le sue accortezze, ci sia un dono di natura inestimabile.

5 Tutti i soprannomi di Djokovic

Come tutti i campioni che si rispettino, il numero 1 ha mille nomi differenti che gli sono stati appioppati dai suoi tifosi o dai giornalisti sportivi. Entra nel mondo del tennis come “Nole”, soprannome che ha fin dall’infanzia, ma forse qualcuno non ricorda che negli anni di puro dominio, quando ha iniziato a dire al mondo tennistico a colpi di racchetta chi faceva la differenza, è stato soprannominato “The Serbinator”. Tale soprannome mette insieme la sua origine serba e la sua capacità di dominio da terminator. Il nomignolo più comune è “The Djoker”, per sottolineare il suo carattere divertente, complici anche le imitazioni degli altri tennisti che hanno permesso di scoprire per la prima volta questo lato del suo carattere. Persiste anche l’uso di chiamarlo “uomo di gomma” o “elastico d’acciaio” quando regala i suoi punti in spaccata.

Novak post Australian Open
Novak Djokovic dopo l’ultima vittoria agli Australian Open
Credits: Getty Images\ William West

6 Novak e la sua Serbia

Non è difficile capire perché per la sua patria, la Serbia, Nole sia un vero e proprio eroe. Un titolo di Coppa Davis nel 2010, ma non solo. Djokovic ha disputato con il team serbo la prima edizione dell’ ATP Cup del 2020 e ha trascinato la squadra alla vittoria. Eppure, le gesta di Novak non si fermano alle imprese in campo. Insieme alla moglie Jelena Ristic gestisce la Novak Djokovic Foundation, un’associazione benefica che si occupa di aiutare bambini serbi nelle aree più povere.

Auguri ad un grande campione che anche nei momenti di difficoltà attuali ha saputo dare il suo contributo. Speriamo di rivederlo presto in campo a dar filo da torcere agli altri giocatori.