Nuovo patto per l’Italia: equità, pace sociale e crescita duratura per ripartire

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Di Redazione Metropolitan

Un nuovo patto per l’Italia è quello che chiede Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Il leader degli industriali invita Cgl, Cisl e Uil a incontrarsi per discutere sulla sicurezza sul lavoro, le politiche attive e lo smart working. Draghi approva le iniziative di Bonomi.

Un nuovo patto per l’Italia con sindacati e politica è necessario per ripartire

Equità, pace sociale e crescita duratura sono alla base del nuovo patto per l’Italia che Confindustria ha proposto al Primo Ministro Mario Draghi. Il presidente degli industriali Carlo Bonomi teme che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si inceppi e che metta a rischio i fondi europei con cui l’Italia potrebbe finalmente ripartire. La notizia arriva questa mattina da Il Secolo XIX. Bonomi chiama all’appello i leader Maurizio Landini della Cgl, Luigi Sbarra della Cisl e Pierpaolo Bombardieri della Uil. Li invita a riunirsi per decidere cosa fare su tre questioni fondamentali per la ripartenza: sicurezza sul lavoro, politiche attive e smart working. «Tutti uniti, è l’ora di un patto per l’Italia. Ci sono tante cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto: io la definisco una prospettiva economica condivisa – spiega Bonomi – Bisogna mettersi seduti tutti insieme».

Draghi approva le iniziative di Bonomi, ribadendo che le tasse non aumenteranno, in quanto questo è un momento storico in cui è necessario dare i soldi agli italiani e non prenderli proprio per ripartire e attuare un’economia duratura e sostenibile. Oggi tra l’altro il Governo interverrà di nuovo sull’aumento delle bollette di gas e luce proprio per non mettere ulteriormente in difficoltà la popolazione.   

«Le parole di Bonomi suggeriscono che si possa iniziare a pensare a un patto economico, produttivo e sociale del Paese – afferma Draghi -. La sfida per il Governo, e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali, è fare in modo che la ripresa sia duratura e sostenibile. Dobbiamo evitare i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo, preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale. Bisognerà accelerare il programma di riforme e investimenti per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo e anche le imprese dovranno fare la loro parte».

Secondo Bonomi le riforme vanno fatte adesso e non possono più essere rimandate. Confindustria si opporrà infatti, a detta del leader, a chiunque vorrà ostacolare la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Oltre alle riforme ci sono però altri problemi che l’Italia dovrà affrontare: il tema della concorrenza, quello dei settori sottratti alla logica del mercato, come quelli balneari e ambulanti, e il fisco. Oltre all’Irpef sarà necessari infatti anche una revisione dei bonus e delle imposte sulla società. L’Irap invece dovrà essere cancellata.

Bonomi fa inoltre anche delle critiche sulle norme che regolano i sistemi pensionistici come Quota 100, definendola «un grosso errore, un furto ai danni dei più fragili». Dopo il blocco dei licenziamenti, Confindustria chiede ammortizzatori universali e politiche attive da affidare al pubblico e al privato per rafforzare il mercato del lavoro. Si dice poi contrario al salario minimo, come del resto lo sono anche gli altri sindacati, in quanto in Italia è in atto una forte contrattazione nazionale.