Draghi: “G20 su Afghanistan per evitare la catastrofe”

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Di Redazione Metropolitan

Il Premier Mario Draghi ha formalizzato un G20 sull’Afghanistan davanti all’assemblea generale dell’Onu. Aiuti umanitari, sicurezza e diritti umani sono le priorità.

Con un videomessaggio di 20 minuti, Draghi ha rilanciato la necessità di multilateralismo per affrontare le sfide globali, dalla pandemia alla ripresa economica, dalla lotta alle diseguaglianze ai cambiamenti climatici e dalla lotta al terrorismo alla risoluzione dei conflitti. “Il vertice straordinario del G20 dovrà dare massimo sostegno a questi obiettivi”.

“La situazione umanitaria in Afghanistan è la più immediata e condivisa preoccupazione, anche per l’avvicinarsi dell’inverno”. Draghi, nel suo intervento, parla di una catastrofe sociale e civile ed evoca il rischio di terrorismo, a causa della presenza di gruppi affiliati a Al-Qaeda e Daesh. “Ma dobbiamo pure evitare che il Paese torni ad essere una minaccia per la sicurezza internazionale“. Il Premier ha inoltre invitato la comunità internazionale a “collaborare con efficacia, a partire dallo scambio di informazioni”.

Il governo dei talebani e le preoccupazioni di Draghi

Draghi ha espresso le sue preoccupazioni sul nuovo governo dei talebani impostosi in Afghanistan, sostenendo che “non risponde alle aspettative della comunità internazionale di un governo inclusivo e rappresentativo delle diverse componenti etniche, sociali e religiose del Paese. I nuovi governanti devono dimostrare con le loro scelte, e non solo a parole, di credere nel rispetto delle libertà individuali”.

“In Afghanistan stiamo assistendo allo smantellamento dei progressi degli ultimi 20 anni relativamente alla difesa delle libertà fondamentali, soprattutto per le donne.” Da qui la proposta di un vertice sull’Afghanistan, prova della volontà del Governo italiano di rilanciare il multilateralismo. “Da qualche tempo assistiamo a un progressivo indebolimento del multilateralismo, che ha garantito pace, sicurezza e prosperità a partire dal dopoguerra. Gli ultimi mesi ci hanno però posto davanti a problemi che non possiamo risolvere da soli”.

La pandemia e la disparità di accesso ai vaccini

Uno dei temi principali su cui si è espresso il capo del Governo è la pandemia. “A oltre un anno e mezzo dall’inizio della pandemia possiamo pensare al futuro con maggiore ottimismo. La campagna di vaccinazione ci ha restituito fiducia nella nostra capacità di conquistare una nuova normalità. Dopo mesi di solitudine, la nostra vita sociale è finalmente ricominciata”.

Draghi ha poi messo in guardia “la pandemia non è finita e anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze“. La disparità di accesso alle vaccinazioni è “moralmente inaccettabile“, e ha ricordato che “meno vaccinazioni equivalgono a più morti”.

“Con più del 65% della popolazione dei Paesi ad alto reddito che ha ricevuto almeno una dose, contro il 2% dei Paesi più poveri”. Le enormi differenze nelle campagne vaccinali “rischiano di peggiorare anche le diseguaglianze socio-economiche”. Da qui la volontà dell’Italia di aiutare i Paesi più poveri, partendo dal continente africano. La sicurezza e la crescita economica mondiali deve essere sempre più centrale e l’impegno del G20 dovrebbe facilitare la ristrutturazione del debito dei Paesi più vulnerabili.

La crisi climatica: “è nostro dovere ascoltare i giovani”

“Dobbiamo agire ora, per tutelare il pianeta, la nostra economia e le generazioni future”. Draghi ha rilanciato il suo allarme sul clima, sostenendo che “è nostro dovere ascoltare i giovani perché saranno loro a ereditare il pianeta“. Draghi ha inoltre invitato i governi a impegnarsi “direttamente per aiutare cittadini e imprese a sostenere i costi” della transizione ecologica. In questo l’Unione Europea ha un ruolo guida.

Il Premier ha poi concluso con due messaggi diretti all’UE e ai Paesi membri. Draghi auspica che l’UE “consolidi progressivamente” il proprio ruolo nelle missioni internazionali “in linea con le ambizioni del progetto europeo e in piena complementarità con l’Alleanza Atlantica”. Il secondo messaggio è legato alle migrazioni causate dalla crisi in Libia. Draghi spera che l’UE condividi “oneri e responsabilità” legate a questa situazione e chiede che siano garantiti lo svolgimento delle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre e la piena attuazione di cessate il fuoco. Infine il sostegno ad una riforma per un Consiglio di Sicurezza “più rappresentativo, democratico, efficiente, trasparente e responsabile”.

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