La manifestazione per il Tibet si terrà a Roma oggi, 10 marzo, nel 64esimo anniversario della rivolta di Lhasa contro l’occupazione cinese. Il popolo tibetano è sempre più minacciato nella sua integrità.
Italia-Tibet a Roma per ricordare l’occupazione cinese
Il 10 marzo 2023 ricorre un anniversario doloroso per il popolo tibetano. Sono 64 anni dal 10 marzo 1959, data dello scoppio della rivolta tibetana contro l’occupazione cinese del Tibet, la rivolta fu sedata col sangue. Ogni anno in questa giornata si scende in piazza in sostegno del popolo tibetano e dei loro diritti.
La Comunità Tibetana in Italia in collaborazione con l’Associazione Italia -Tibet ha organizzato la manifestazione europea, sostenuta inoltre dall’Unione Buddhista Italiana, International Campaign for Tibet e dalla Societé d’amitié Swiss Tibetaine con il supporto delle associazioni e dei centri buddhisti in Italia.
Questo momento di commemorazione della rivolta di massa contro l’occupazione cinese del 10 marzo 1959, vedrà sfilare sotto un’unica bandiera “L’Europa sta con il Tibet”. Inizierà alle 14 da Largo Corrado Ricci e procederà attraverso Via dei Fori Imperiali in direzione di Piazza della Madonna di Loreto, luogo di ritrovo finale dove sono previsti gli interventi di diversi relatori tibetani, parlamentari, giornalisti e artisti.
Sarà un momento significativo per sottolineare il valore della libertà dei popoli di autodeterminarsi e chiedere sostegno senza paura.
La lotta di un popolo
Si conta che l’invasione del Tibet da parte del governo comunista cinese abbia causato finora la morte di più di 1 milione di tibetani, la distribuzione di 6 mila monasteri, la deforestazione e la distruzione della fauna selvatica e lo sfruttamento delle risorse minerarie. Senza contare la spietata violenza e la politica di “assimilazione” culturale che tende a cancellare l’identità tibetana.
Come riportato da Vanity Fair, per accelerare il processo di assimilazione, i matrimoni tra tibetani e cinesi vengono premiati così da promuovere “una famiglia modello di armonia etnica”. I bambini inoltre sono costretti a frequentare asili e colleghi in stile coloniale per imparare la lingua e i costumi cinesi. In un rapporto del 6 febbraio scorso gli esperti delle Nazioni Unite hanno espresso l’allarme per la politica del governo cinese volta ad assorbire l’identità culturale, religiosa e linguistica dei bambini tibetani.
Non sono mancate le manifestazioni di protesta ma sono state sedate col sangue dal governo, sono molte anche le sparizioni e gli arresti di scrittori, intellettuali e attivisti tibetani. Inoltre ogni città è sorvegliata costantemente attraverso la tecnologia Grid Management System che controlla ogni strada limitando di fatto la libertà personale.
Simona Alba
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