Riprendono oggi al Cairo i difficili negoziati indiretti tra Hamas e Israele, mediati da Usa, Egitto e Qatar, nel tentativo di raggiungere una nuova tregua nella Striscia che porti anche al rilascio dei circa 130 ostaggi a Gaza, secondo quanto annunciato ieri sera dalla Tv egiziana Al-Qahera News
Nel frattempo, però, la Striscia di Gaza continua ad essere bombardata in modo incessante. E l’azione militare di Israele sembra allargarsi ulteriormente: un raid lanciato da Tel Aviv ha colpito l’area della città di Aleppo, in Siria. Secondo quanto indicato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede in Gran Bretagna, gli attacchi avrebbero colpito alcuni depositi di armi del gruppo libanese Hezbollah.
Oggi ripartono i negoziati indiretti al Cairo
Nel continuo lavorio diplomatico per frenare l’annunciata operazione di Israele a Rafah, nel sud della Striscia, sembra invece confermata la missione di una delegazione israeliana di alto livello lunedì a Washington – come chiesto dal presidente Joe Biden – per fare il punto sulla situazione.
Hamas ha ricordato che non ci sarà alcuna intesa con Israele se non ritirerà l’esercito. Poi, a nome delle Fazioni palestinesi della Striscia, ha bollato come una “una trappola” la proposta, attribuita ad Israele, di istituire una forza militare multinazionale con truppe provenienti da Paesi arabi per la sicurezza nella Striscia e la scorta ai convogli degli aiuti. Secondo Hamas, è “un inganno dei sionisti per attirare alcuni Paesi arabi a servire i loro piani e progetti dopo il loro grande fallimento sul campo”. Il quotidiano Haaretz ha poi riferito dell’intenzione di Israele di creare una zona cuscinetto al confine con Gaza che potrebbe occupare circa il 16% della Striscia
Hamas ha anche “condannato fermamente” la decisione dell’amministrazione Biden di dare il via libera al trasferimento di migliaia di bombe e aerei da combattimento all’esercito israeliano, come riportato due giorni fa il Washington Post. “E’ la conferma della piena collaborazione” degli Stati Uniti “nella brutale guerra di sterminio” in corso nella Striscia di Gaza, si legge in un comunicato del movimento islamista al potere nell’enclave palestinese.
Secondo l’esercito siriano, tuttavia, sarebbero almeno 44 le persone uccise a causa dell’operazione. Al contempo, il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, ha affermato che l’offensiva verrà estesa ulteriormente al di fuori dei territori palestinesi. Il membro del governo di Benjamin Netanyahu ha indicato il Libano e la Siria come possibili obiettivi al fine di colpire i miliziani di Hezbollah.
Intanto, nella Striscia di Gaza il totale delle vittime dall’inizio dell’operazione militare aerea e terrestre di Israele ha superato le 32.600 unità. Moltissimi palestinesi si sono rifugiati a Rafah, al confine con l’Egitto.