Olbia calcio, la proposta di Marino in attesa di scoprire il futuro

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Di Maria Laura Scifo

L’Olbia calcio resta in attesa di avere notizie certe. In queste ore infatti, si sta tenendo il consiglio federale da cui dovrebbe venire fuori il tanto agognato verdetto sui campionati (verdetto che sarà reso definitivo dopo un’ulteriore riunione fissata per il 28 maggio). L‘idea che si sta delineando pare sia orientata sul portare a termine il campionato, questo darebbe la possibilità ai galluresi di tentare fino alla fine la corsa per la salvezza. Intanto, qualche giorno fa, si è fatto sentire anche il presidente Marino esponendo una possibile riforma del campionato di Serie C.

La stagione dell’Olbia Calcio

Due vittorie nelle prime due sfide di campionato e poi una lunghissima striscia di insuccessi e pareggi. Quattro mesi senza incamerare i tre punti stavano iniziando a pesare tantissimo sulle spalle dell’Olbia. All’inizio a pagarne le conseguenze è stato Filippi, esonerato lo scorso Novembre. Al suo posto si era seduto per un breve periodo Raineri, ma infine la panchina è stata affidata a Oscar Brevi.

Solamente nell’ultimo periodo i Bianchi erano riusciti a incanalare i binari giusti che li stavano lanciando verso la corsa per la salvezza. Merito di tre vittorie consecutive ottenute contro Carrarese, Como e Pistoiese. Il ruolino di marcia gallurese parla di 25 punti ottenuti per via di 5 vittorie, 10 pareggi e 12 sconfitte. Soli 3 punti separano l’Olbia dalla zona salvezza occupata dal Lecco e con l’eventuale ripresa del campionato, la lotta sarebbe da considerarsi più che aperta.

La proposta di Marino

Qualche giorno fa il presidente Marino, intervistato da Tmw Radio, aveva proposto una sua visione per un’eventuale “nuova Serie C”. Il problema della presenza di troppe squadre nella terza serie italiana è da tempo argomento di discussione. Il presidente dell’Olbia però ha mostrato di avere idee chiare in testa. Di seguito una parte delle sue parole:

“In passato da oltre 100 squadre, in C, siamo arrivati a 60 ma i problemi sono rimasti gli stessi. Non è un problema numerico, ma di introdurre qualcosa che renda interessante ed omogeneo il campionato. Un girone nazionale a venti e altre quaranta semi-professioniste potrebbero avere senso con più risorse ad accompagnarle. L’aumento di risorse e la creazione di format più interessanti, anche per le tv, sono punti fondamentali. A oggi ci sono diversità eccessive tra le sessanta squadre. Auspico che questo possa accadere per il 2021/22: giusto che tutti quelli che partono dall’anno prossimo, sappiano che accadrà quello successivo, con il prossimo che sarebbe un campionato di transizione”.