Only Murders in the Building non è solo una serie tv, ma un gioiello da recuperare

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Di Benedetta Vicanolo

Nell’era della (ri)scoperta del truecrime, Only Murders in the Building si pone come una piccolo gioiello da recuperare, per i folli che ancora non l’hanno visto. La serie è un capolavoro di scrittura e si pone come un gioco appassionato che coinvolge i suoi protagonisti quanto gli spettatori. I crimini che aprono le stagioni sono solamente la punta dell’iceberg di una storia che funziona come una matrioska, che si sviluppa su brillanti colpi di scena e battutine al vetriolo. Passato e presente si intrecciano in ogni episodio formando una matassa -quasi- impossibile da sbrogliare, per qualcuno più che per altri.

Only Murders in the Building non è solo una serie tv: è un’estensione della vita dei suoi personaggi nella nostra. Gli episodi del podcast ascoltati (poi creati) da Mabel (Selena Gomez), Oliver (Steve Martin) e Charles (Martin Short) diventano gli episodi della nostra serie tv che, di volta in volta, aggiungono o contraddicono le nostre supposizioni su chi ha fatto cosa. Per quanto bizzarro possa sembrare all’apparenza, la costruzione di questo trio di protagonisti risulta fin da subito geniale e brillante. A funzionare è anche tutta una costellazione di attori e attrici bravissimə (da Amy Schumer a Tina Fay) su cui sono ricamati su misura dei personaggi nevrotici ma estremamente carismatici.

Only Murders in the Building, cosa ci aspettiamo dalla terza stagione

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Selena Gomez ha fatto esplodere il web pubblicando sul suo Instagram un video in cui presenta le new entry che accompagneranno la nuova avventura di Mabel, Oliver e Charles nella terza stagione: Paul Rudd e Maryl Streep (già, proprio lei). Non è dato sapere il ruolo che avranno all’interno della storia (ovviamente) ma sappiamo che il personaggio di Paul Rudd è morto pochi secondi prima della chiusura dell’ultima stagione e proprio questa morte dovrebbe creare un effetto catena che potrebbe mettere nei guai Oliver e Charles.

La serie non è nuova nell’ospitare nomi così popolari: nel corso del tempo nei corridoi dell’Arconia, palazzo dell’Upper West Side in cui sono ambientate le vicende, hanno passeggiato anche Sting, Jackie Hoffman, Jayne Houdyshell, Cara Delevingne e Shirley MacLaine. Menzione d’onore al cameo di Bugs Bunny e Piggy Pork che ci dimostra come la storia giochi su un altro livello; non ovviamente per la loro apparizione in sé ma perché è nelle accortezze più sciocche, bizzare, ironiche e autoironiche che la serie ha trovato la chiave del suo successo. Ideata da Steve Martin e John Hoffman e distribuita da Disney+, Only Murders in the Building è una serie che ha già fatto storia dimostrando di saper connettere modi di scrittura di ere differenti riuscendo a farle funzionare, rimanendo sul pezzo rispetto ai trend del momento. Only Murders in the Building è una serie che vince perché sa far ridere, perché non si prende troppo sul serio e neanche si avvince nel ridicolizzarsi. Non ci resta che aspettare il prossimo autunno per saperne di più: sarà bello come ritrovare dei vecchi amici che sanno giocare molto bene a Cluedo, anche se questa volta sentiremo tuttə la mancanza di quella vecchia icona di Bunny Folger.

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Benedetta Vicanolo