Otto volte che Milano si siede sul trono d’Italia e si fregia del tricolore. Squadra nella storia e ancora in cerca di un avversario.

Io non soffro di manie di superiorità. Io sono realmente superiore.

Ci sono dei momenti in cui bisogna riconoscere la superiorità di qualcuno, e molto probabilmente è talmente elevata che quel qualcuno non ha necessità di farsi riconoscere questo stato perché lo sa benissimo da solo. Un po’ come disse il nostro Vittorio Sgarbi, critico d’arte, saggista e politico italiano.
La superiorità a volte è talmente dilagante che possiamo fare ben poco per arginarla, anzi spesso ci capita, cercando di affrontarla, di farci male e restarne frastornati.

Coppa al cielo per il Milano Quanta

Milano über alles

Ancora una volta, ancora Milano. Per l’ottava volta consecutiva i meneghini si siedono sul trono alzando il tricolore che ormai sembra di loro proprietà. Otto stagioni di supremazia assoluta, quest’anno ancora più devastante. Abbiamo visto Vicenza arrendersi in sole tre gare, incapace di bloccare la corazzata di Coach Rigoni che con una serie di prestazioni rasenti la perfezione ha fatto sembrare i Diavoli una squadra qualunque. Eppure la formazione berica tutto è tranne che una squadra inesperta e sprovveduta. Non nascondiamo il fatto che confidavamo in una serie avvincente che avrebbe tenuto tutti nell’incertezza fino alla fine. Non era una questione di tifo per una squadra o un’altra, ma si tifava per lo spettacolo ed il bene del movimento che, come in tutti i migliori copioni, aveva bisogno di due “eroi” pronti ad affrontarsi fino alla fine.

Comencini (sinistra) autore della terza rete in finale e Banchero (destra) capitano del Milano Foto ©C.F. Semino

Purtroppo rimaniamo con un po’ di rammarico per non aver visto più gare e più spettacolo, anche se il Vicenza ci ha provato con tutte le proprie forze; avrebbe voluto replicare il trionfo della Coppa Italia, quel trofeo che strappò dalle mani di Milano qualche mese fa, e che illuse tutti che forse questa sarebbe potuta essere la stagione perfetta per assaltare il forte del Milano. I meneghini però non l’hanno pensata così, hanno atteso per riprendersi da quella delusione ed hanno dimostrato che possono sbagliare una volta ma non perseguire nell’errore.

Una squadra che sta entrando nella storia dell’hockey inline italiano, una certezza e una costante che sembra non fermarsi mai e sopratutto che non sembra ancora aver trovato chi possa farlo. Complimenti vivissimi a questa squadra, a tutti i giocatori e lo staff, ma sopratutto alla società che è un modello di perfezione al quale ispirarsi. Avere manie di superiorità è lecito quando lo si è realmente.