Il moderno turismo di massa sta sempre più soffocando città, bellezze artistiche e naturali nel mondo. Basti pensare al caso delle manifestazioni nelle Canarie contro l’eccessivo afflusso turistico che sta danneggiando i residenti. L’overtourism è un fenomeno che però non è solo estero ma riguarda anche il nostro paese con la vivibilità di tante nostre città d’arte e località turistiche messa duramente a rischio. Un fatto per cui gli amministratori locali stanno ricorrendo a diverse restrizioni cercando di favorire un turismo più sostenibile

Overtourism, il turismo eccessivo e la manifestazione alla Canarie

L'overtourism e il forte impatto sulle città italiane, fonte wikipedia.org
Overtourism, fonte wikipedia.org

“L’impatto del turismo su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”. Sono le parole con cui l’Organizzazione mondiale del turismo ha definito il fenomeno dell’overtourism. Parole quanto mai adatte per parlare di una piaga che sta colpendo le maggiori città d’arte e i luoghi turistici del mondo. Dietro l’oro dei grandi afflussi turistici si nasconde spesso un drammatico impatto ambientale dovuto dall’eccessivo consumo di risorse, accumulo di rifiuti, e consumo di suolo causato dall’arrivo e dall’accoglienza di turisti per le vacanze. A questo si aggiunge l’invivibilità per i residenti dei luoghi turistici che non hanno più i loro spazi e le loro risorse e che spesso devono fare i conti con aumento eccessivo dei costi degli affitti.

Basti pensare a quanto successo negli scorsi mesi nelle Canarie. Alla fine di aprile infatti gli abitanti di questo arcipelago spagnolo hanno deciso di manifestare contro l’overtourism delle loro isole prese d’assalto lo scorso anno da 14000 turisti a fronte di 2000 residenti. “Siamo arrivati al punto in cui l’equilibrio tra l’uso delle risorse e il benessere della popolazione si è rotto, soprattutto nell’ultimo anno”, aveva detto infatti, come riportato da Agi, Víctor Martín, portavoce del collettivo Canarias se Agota (Le Canarie ne hanno abbastanza) che aveva coordinato le proteste. È solo un esempio di cosa può comportare l’eccessivo turismo oggi causato purtroppo anche dall’utilizzo dei internet e social che favoriscono la corsa all‘offerta migliore e al desiderio di affollare le località turistiche alla ricerca del selfie perfetto da vantare sui social.

Il fenomeno in Italia e il turismo sostenibile

Anche l’Italia non è esente dall’impatto dannoso dell’overtourism dovuto all’enorme massa di visitatori stranieri e non che affollano le sue località turistiche. Di recente, come riportato dall’Ansa, l’Isituto di ricerca Demoskopika ha realizzato una mappa interattiva basata sull’Indice complessivo di sovraffollamento turistico (Icst) che ha dimostrato come diverse città, tra cui Rimini, Roma, Napoli e Venezia sono a rischio a causa dell’Overtoursim. “L’overtourism”, ha fatto sapere Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, “non solo minaccia la sostenibilità delle nostre destinazioni più amate ma rischia anche di compromettere la qualità dell’esperienza per i visitatori e la qualità della vita per i residenti. Il sovraffollamento turistico è un campanello d’allarme che ci chiama ad agire, promuovendo un turismo più responsabile e sostenibile”

Il turismo in se però rappresenta anche il 5% del Pil Italiano in modo diretto e il 13% in modo diretto. Ecco perchè sulla scia del turismo sostenibile molte città e località turistiche italiane hanno adottato diverse limitazioni e restrizioni. Basti pensare a Venezia dove è stata recentemente introdotto un biglietto d’ingresso di 5 euro per i turisti per limitare gli arrivi o il numero massimo di 25 persone per gruppo turistico oppure alla spiagge a numero chiuso in Sardegna.

È un piccolo passo verso quelle buone pratiche di turismo consigliato da Rio per cui è opportuno, per contrastare l’overtourism, “implementare politiche di gestione del turismo che includano limitazioni temporali e numeriche per l’accesso ai luoghi più a rischio, insieme a strategie per promuovere destinazioni alternative meno note ma altrettanto ricche di cultura e bellezza oltre a incentivare il turismo fuori stagione promuovendo i luoghi anche in periodi meno affollati”.

Stefano Delle Cave

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