
Una diffusione incredibile quella del padel in Italia, con tanti nuovi appassionati in arrivo soprattutto dal mondo del tennis. Non pochi gli stessi ex professionisti o allenatori vicini al fratello maggiore del padel che puntano ora sul nuovo sport del momento, trovando notevole fortuna. Noto il caso di Roberta Vinci, con importanti risultati fin dal suo esordio a Madrid nel primo torneo del World Padel Tour. Una nuova frontiera così il padel, guardata con interesse tanto dalle vecchie stelle del tennis, quanto dagli ammiratori di questo sport, ora infervorati giocatori amatoriali. Un’attività che del resto ben si accosta alle manifestazioni di tennis, il padel, grande novità degli Internazionali BNL d’Italia, con il primo simposio internazionale al mondo al Foro Italico. Due sport apparentemente comuni, seppur con qualche differenza. Vediamo quali.
Tennis e padel: due sport apparentemente affini, anche se con delle differenze a partire dalle stesse origini

Uno sport semplice, divertente, il padel, noto per la facilità di apprendimento e rapidità nei movimenti. Un’immediata fonte di divertimento, di grande fruibilità anche in mancanza di anni di allenamento, cosa che invece richiederebbe il tennis. Sicuramente più impegnativo il tennis rispetto al padel, uno sport per tutti e le cui dinamiche di gioco richiedono solo poco tempo per essere comprese e applicate in entusiasmanti e amichevoli sfide amatoriali.
Due attività che risulterebbero apparentemente affini il tennis e il padel, con regole simili e lo stesso punteggio. Nonostante alcune caratteristiche comuni, non poche però le differenze, già a partire dalle loro origini. Il padel sarebbe nato per errore in Messico, dall’idea di un ricco messicano di costruire un campo da tennis. Gli spazi insufficienti e la presenza di muri intorno, spinsero però a realizzare un campo ridotto, con i limiti dei muri che avrebbero evitato che la pallina fuoriuscisse se non sopra i bordi laterali. Proprio da qui nacque il padel, presentandosi già come una variante del tennis, brevettato nel 1874 da Walter Clopton Wingfield alla Camera dei Mestieri di Londra.
Un’altra differenza risiede nella fuoriuscita della pallina appunto, che nel padel può verificarsi solo sorpassando le pareti posteriori e laterali. Il campo da padel inoltre è piccolo, delle dimensioni di 20 m X 10 m, con le pareti ai lati, con la superficie in erba sintetica. Il campo da tennis invece, molto più grande, senza nessuna barriera laterale e con diverse superfici, come in cemento, terra rossa, asfalto speciale. Tante le varianti possibili, anche se il campo deve essere a norma secondo quanto stabilito dalla Commissione Tecnica Federale.
Conosciuto per il continuo movimento il padel, favorito anche dal rimbalzo della palline sulle pareti. Come nel tennis, però, la pallina non può rimbalzare nella rete e non può rimbalzare più di una volta nel proprio campo prima di mandarla nell’altro. Nelle regole e nel punteggio non ci sono differenze tra tennis e padel, tranne che per alcune particolarità come nel rimbalzo nei muri laterali. A cambiare profondamente la battuta. Nel padel, infatti, chi batte non deve lanciare in aria la pallina come nel tennis, ma farla rimbalzare sul pavimento e colpirla una volta arrivata all’altezza del fianco. Nel tennis non sono previsti rimbalzi a terra.
Due sport diversi anche per materiali e abbigliamento: caratteristiche di racchetta, pallina e scarpe
A distinguere i due sport anche materiali e abbigliamento. La racchetta da padel, composta soprattutto in fibra di vetro, di carbonio o kevlar come il tennis, è molto più piccola e non presenta corde. Ci sono inoltre varie racchette particolari, con caratteristiche e composizioni precise in base a diversi fattori. Le palline sono quasi uguali, anche se quella da tennis è più dura, mentre quelle da padel sono più morbide, con pressione interna inferiore. La pallina non deve però essere depressurizzata, come nel beach tennis, perché non ci sarebbe la possibilità di palleggiare.
Le scarpe da tennis e padel si caratterizzano per la presenza del grip, che permette di giocare in sicurezza. Quelle da padel sono di tre tipologie. Quella occasionale, in caso di spostamenti non intensi. Regolare, con ammortizzatori, per la media intensità. Quella intensa, professionale, molto resistente sia sulla parte superiore della scarpa che sulla stessa suola. Le scarpe da padel, al contrario di quelle del tennis, devono avere inoltre la suola a spina di pesce.
Uno sport sicuramente da provare il padel, con tutto il divertimento per un gioco dinamico e in cui mettersi costantemente alla prova. Un entusiasmo condiviso da Vincenzo Santopadre, ex tennista e responsabile del Circolo Aniene di Roma:
“Il padel? È una malattia. Se lo proverete non ve ne staccherete più”, ha dichiarato infatti Santopadre, come riportato su il Giornale.it.
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Liliana Longoni