È un pezzo, importante, della storia del tennis italiano. Paolo Bertolucci, ex tennista azzurro che vinse nel 1979 il titolo di campione del mondo nell’unica Coppa Davis vinta dall’Italia, si è sbottonato in una lunga intervista parlando del ritiro, traumatico per tutto il mondo della racchetta, di Roger Federer analizzando, anche, la situazione del nostro movimento sportivo che cresce, lentamente, ma in modo davvero incoraggiante.

Paolo Bertolucci sul ritiro di Federer: “Era inevitabile, è unico e irripetibile”

Ecco alcuni stralci della lunga intervista all’ex tennista italiano uscita sulle colonne de L’Unione Sarda nei giorni precedenti:

Il tennis mondiale ha salutato nel 2022 due fenomeni come Roger Federer e Serena Williams, unici e irripetibili. Ma saprà andare avanti. Con nuovi volti, nuovi campioni. Perché è uno sport sempre più internazionale e sempre in evoluzione. Ritiro di King Roger? Era nell’aria, purtroppo, la carta d’identità ha presentato il conto, ha fatto di tutto per rinviare il più a lungo il suo ritiro, ha sofferto tanto sino alla fine. Per 15 anni abbiamo vissuto una stagione irripetibile con fuoriclasse come Federer, Nadal e Djokovic, capaci di battere qualsiasi record e di interpretare un tennis fantastico. Tra l’altro Nadal oggi è numero due al mondo dietro Alcaraz e Djokovic a mio avviso è ancora il più forte di tutti, quest’anno si è penalizzato da solo con le sue scelte no vax riguardo al Covid, Quindi andiamoci piano con i ‘de profundis’ “.

Quest’anno Berrettini e Sinner hanno pagato sul piano fisico gli sforzi e gli infortuni. Quello che ha più possibilità di aggiudicarsi un torneo “major” a mio avviso è Berrettini sull’erba, su quella superficie è tra i primi tre-quattro al mondo, ha già giocato una finale a Wimbledon persa contro Djiokovic e ha vinto due volte il Queen’s. Negli altri tornei dello Slam è più difficile per lo stesso Berrettini o per Sinner, l’altro italiano vicino al top. Perché su cemento e terra ci sono otto-dieci giocatori da battere, è più complicato. Il futuro è Sinner? Sì, ma deve lavorare sul fisico. Gli mancano ancora due-tre anni per essere al top, per vincere di seguito uno dopo l’altro sette incontri tre set su cinque. Bisogna guardare l’esempio di altri giocatori ai vertici: Zverev quattro-cinque anni fa aveva le gambe fini fini, poi con il lavoro in palestra è cresciuto fisicamente ed è diventato più competitivo. È la strada che devono seguire i nostri“.

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