Paolo Conte è uno dei cantautori italiani più interessanti e originali. Considerato tra i massimi esponenti del panorama musicale italiano assieme a Francesco Guccini e Gino Paoli, è una figura estremamente erudita. Il suo linguaggio si riempie di forbita poesia anti- retorica; uno sguardo disincantato che delinea la società contemporanea in un ritaglio grottesco, cinico.

Una narrazione lucida attraverso uno stile che appare sempre elegante. Peculiarità del cantautore è l’interesse per la musica popolare (specialmente Jacques Brel) e per la sensibilità dello swing jazzistico americano. Molto deve effettivamente alla sua passione per il jazz, che lo insegue fin da giovane e lo influenzerà nelle sue composizioni. 

La carriera

La carriera di Paolo Conte inizia come autore e compositore: sarà lui a musicare la celebre canzone “Azzurro”, scritta da Vito Pallavicini e resa famosissima dalla voce di Adriano Celentano. Scriverà in seguito bellissime canzoni come “Insieme a te non ci sto più“, “Tripoli ’69“, “Genova per noi” e “Onda su onda“. Solo successivamente si metterà in gioco come cantante.

 Da quel momento in poi la sua carriera prende il volo grazie a brani come “Un gelato al limon” o ”Gli Impermeabili”, che lui stesso etichetta come una delle sue preferite: “le armonie, la lunga frase legata e le terze al basso che ti danno tutto un sostegno. Cantavo prima in finto inglese, come tutte le canzoni un po’ beat, con fonemi inesistenti, pur di sentire come stavamo in piedi. Poi il testo, dove si cozza contro la lingua italiana che è difficile ritmicamente, poco elastica.”

Paolo Conte, riconoscimenti nazionali e internazionali

Dopo la prima tournée in Francia, Paolo Conte conquista il cuore dei francesi con il suo spirito dolce e malinconico, il simbolismo e le sinestesie che richiamano il mondo della Belle Epoque. Una musica nella quale spesso si può riconoscere uno schivo ermetismo. 

L’estero ti mette davanti alla pura espressione, non c’è facilità di comunicazione. Non hai la tua lingua, sai che non la capiscono, devi comunicare in altro modo. Ti viene da guardarli in faccia in un modo diverso.

Grazie alla fama e all’apprezzamento conseguito in Francia, a Parigi Paolo Conte è stato nominato Cavaliere dell’Ordine dell’Arte e della Letteratura. Inoltre, gli sono state conferite nel 2017 tre Lauree honoris causa in Lettere Moderne, Pittura e Musicologia. La letteratura e in particolar modo la pittura sono invero due passioni che da sempre accompagnano il cantante.

Il mondo dell’arte è un mondo unito

Oltre alla musica e alla pittura, Paolo Conte è legato moltissimo al cinema. La passione per la settima arte lo condurrà a comporre molte colonne sonore per film di importanza nazionale e internazionale: Tu mi turbi, Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, Aurelia, French Kiss, Mickey occhi blu, La Freccia Azzurra.

Una figura così eclettica e sempre in fermento, pronta ad assorbire qualsiasi stimolo e trasformarlo in nuovi spunti, non poteva non giungere alla creazione di un progetto che prevede la coniugazione di musica, letteratura, pittura e cinema: Razmataz è il progetto che guarda al futuro. Quattro linguaggi diversi tra loro, quattro arti che si uniscono in un unico prodotto che indissolubilmente le lega. Un prodotto che assume la forma di una rappresentazione globale: così Paolo Conte va verso un futuro in cui si vuole superare la divisione tra le arti.

Razmataz, Paolo Conte: photo credits debaser.it
Razmataz, Paolo Conte: photo credits debaser.it

Paolo conte, Razmataz

Nato nel 2000, Razmataz è un musical-vaudeville in cui testi, musiche e dipinti sono opera di Paolo Conte. Ma non solo: il cantautore affronta anche note parti orchestrali (arie, ouverture, intermezzi) e si focalizza inoltre sulle tecniche pittoriche novecentesche, in particolare Surrealismo e Dadaismo.

Si tratta di più di due ore di sincronizzazione audio- video in cui la voce narrante, rappresentante letteraria del capolavoro, ha il compito di “aiutare” tutti questi linguaggi così differenti a coesistere amichevolmente. Tuttavia, è alla musica che appartiene il “primato“. Come Conte asserisce “la voce narrante le aiuta commentandole e qualche volta offrendo loro un po’ di “letterarietà”, i dialoghi le caricano di un timbro adulto e realistico. Ma alla fine è la musica che la fa da padrona e assorbe in sé (anche attraverso i testi delle canzoni) tutto il gusto generale che il lavoro propone.”

Giulia Scialò

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