Cultura

Paolo Giordano: tra parole e particelle

Il 19 dicembre 1982, a Torino, nasceva Paolo Giordano, lo scrittore che nel 2008, a soli 26 anni, consegnò alla Mondadori uno dei casi letterari degli anni Zero. “La solitudine dei numeri primi”, best-seller da due milioni e mezzo di copie e opera prima di un giovane dottorando all’università, non appena venne pubblicato incontrò sia il favore della critica che dei lettori. Inoltre, si aggiudicò due dei più importanti riconoscimenti letterari nazionali: il Premio Campiello 2008 come Migliore Opera Prima e il Premio Strega, diventandone così il più giovane vincitore nella storia.

L’ultimo best seller

In particolare, la giuria dei lettori che assegnò a Paolo Giordano il Premio Campiello volle premiare l’originalità della scrittura del testo; la singolarità della vicenda che si narrava e la rappresentazione data dei due giovani protagonisti. Infatti, Alice e Mattia incarnano alla perfezione la giovane borghesia italiana. Sono inizialmente bambini, figli di una cultura genitoriale che gli garantisce opulenza e beni, ma che li lascia privi di riferimenti, educazione sentimentale ed affetti. In definitiva, umanamente bisognosi. Crescendo, diventano ragazzi con un forte disadattamento: hanno difficoltà a costruire un rapporto sano con loro stessi e il loro corpo e, di conseguenza, anche sereni legami interpersonali. Le loro vite, da adulti, sono salti ad ostacoli tra una crisi e l’altra.

Come lo sguardo di Mirjan che sfonda la copertina della prima edizione del libro, questo romanzo di formazione è al tempo stesso stimolante ed inquietante. Lei sfoga i suoi traumi infantili in un’anoressia di cui non riesce a liberarsi. Lui si condanna ad un autolesionismo senza fine. A salvarli dalla loro solitudine c’è il legame che hanno costruito: quando Alice e Mattia sono insieme i loro tratti problematici diventano il punto di comunione e la complessità delle loro vite si attenua.

La scelta dei numeri primi

I due giovani protagonisti sono appunto numeri primi, è così che li chiama Paolo Giordano. Due numeri gemelli con le stesse particolarità, che però sono condannati a vivere separatamente perché divisi da un unico, invalicabile ostacolo; uniti “da un filo elastico e invisibile, sepolto sotto un mucchio di cose di poca importanza”, ma che continuerà a tenerli legati nel tempo.

Più distanti di Alice e Mattia potrebbero esserlo soltanto le due discipline che invece convivono nello scrittore torinese, Paolo Giordano è infatti anche un fisico. A questo proposito, molte volte gli è stato chiesto come riuscisse a far coesistere due materie così apparentemente antitetiche. La sua risposta, che mette a tacere qualsiasi obiezione e che trova conferma in ciò che scrive, è che in realtà letteratura e fisica sono molto più simili di quanto non sembrino: la loro similitudine sta nel tentativo di entrambe di mettere ordine.

Giorgia Lanciotti

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