In un momento storico incerto e instabile, soprattutto nell’ambito fiorentino e romano nasce la Maniera, anche detta Manierismo. La precarietà della situazione politica verso la fine del 1500 e il superamento completo del Rinascimento, portano gli artisti verso nuove ricerche. L’introspezione individuale e psicologica emerge pian piano delle opere, come evasione da una realtà poco rassicurante. Francesco Mazzola, meglio noto come il Parmigianino, svilupperà in queste direzioni, uno stile originale e inedito, pronto a fare il giro del mondo.
La pittura Manierista
La Maniera trova terreno fertile soprattutto nell’arte della pittura. Dopo la febbrile attività del Rinascimento e tutte le innovazioni tecniche apportate, i pittori volgono il loro sguardo verso nuovi orizzonti. Si abbandona infatti la perfezione prospettica, la purezza del disegno, per concentrarsi più su una maggiore introspezione e analisi personale.
Una caratteristica tipica della pittura Manierista è la linea serpentinata. Questa peculiare linea, nasce dall’esasperazione delle anatomie di Michelangelo Buonarroti, già abbastanza ardite in origine. A Firenze il Manierismo muove i suoi primi passi, ma a Roma si diffonde in molti ambienti artistici, tra i quali quello degli allievi di Raffaello.

Il Parmigianino
Francesco Mazzola, meglio noto con il soprannome di Parmigianino, è un grande esponente della pittura manierista. La sua vita breve e non priva di difficoltà, connessa al suo carattere spesso complicato, talvolta quasi border line si sposano perfettamente col mood del movimento artistico. Nasce a Parma nel 1503 e, pur seguendo le orme del compaesano Correggio, sviluppa ben presto una visione molto originale.
La sua ricerca verso una figura nuova e inedita, è documentata da una serie cospicua di disegni preparatori per le sue opere maggiori. Parmigianino caratterizza le sue figure attraverso l’uso di colori chiari e trasparenti e un’eleganza ricercata. In “Autoritratto allo specchio” mostra tutta la sua attitudine per i virtuosismi: si raffigura usando uno specchio curvo, creando un’opera con una resa che oggi definiremmo in fish eye.

Il modulo allungato
Parmigianino riscuote sin dai primi anni di attività un grande successo. Nel 1524 lavora a Roma alla corte di papa Clemente VII, che lascia solo nel 1527, costretto dalle invasioni barbariche. Lavora anche a Bologna, prima di rientrare a Parma e lasciare sue opere anche qui. Il suo particolare stile è chiaramente visibile nella “Madonna dal collo lungo”.
Questa tavola dipinta a olio tra 1534 e 1540 mostra palesemente la novità delle linee e delle forme di Parmigianino. Come suggerisce il titolo dell’opera infatti, questa figura religiosa viene riprodotta nella sua posa seduta, col bambino in braccio, ma con un’eleganza e un aspetto mai visti prima. Si spegne nel 1540 e il suo modulo allungato e aggraziato delle figure influenzerà i pittori in tutta Europa e il canone stesso di bellezza femminile.
Claudia Sferrazza
Seguici su: