Nata il 30 Dicembre 1946 a Chicago, Patti Smith cresce nel New Jersey, insieme a tre fratelli. Oggi considerata come una delle figure più iconiche della scena rock, Patti inizialmente voleva essere una maestra. Rimasta incinta a soli 19 anni, e dopo aver lasciato il neonato in adozione, a neanche 20 anni Patti inizia la sua avventura nella scena artistica di New York.

Patti Smith, una poetessa nei club punk

Nei club e nei bar di New York, Patti cerca di iniziare la sua carriera aprendo le serate per le band, e il suo numero consisteva nel recitare delle poesie da lei scritte. Patti è, infatti, una grande amante della poesia, considerando Charles Baudelaire uno dei suoi idoli. Ottiene la sua prima grande performance nel 1971 e recita poesie per figure come Andy Warhol o Lou Reed.

Durante quel periodo ha anche fatto delle serate con il chitarrista Lenny Kaye e il pianista Richard Sohl. Le canzoni che ha inciso con questi due artisti erano molto semplici, con soli tre accordi, come ha rivelato Patti stessa alla testata statunitense “Fresh Air”, in modo che potesse improvvisare.

Lo sviluppo di una iconica carriera

Nel 1975 il “Patti Smith Group” è completo. La band crea il primo album “Horses” con l’aiuto del produttore John Cale. La copertina è iconica: Patti appare come una creatura quasi androgina, indossando una giacca e maglia da uomo. L’album contiene poesia allo stato puro, a volte urlata ed incontrollata, altre volte calma e melodica. Smith ha usato la sua voce al limite, mescolando rap, recitazione ed improvvisazione. “Horses” è stato incluso nella rivista “Rolling Stones” come uno dei 500 album migliori al mondo ed ha permesso a Patti Smith di essere chiamata la “madrina del punk“.

Il secondo album “Radio Ethiopia” (1976) non ebbe lo stesso successo, considerato dalla critica come eccessivamente intenso. Sarà con “Easter” del 1978, che arriverà per la band il successo internazionale, in particolare grazie al singolo “Because the night”. Dopo gli anni 70, la carriera musicale di Patti ebbe un’interruzione, decidendo di dedicarsi maggiormente alla famiglia. Gli anni ’90 saranno poi un periodo molto buio per la cantante, perdendo suo marito, suo fratello ed il suo migliore amico. In questo decennio si esibisce solo raramente e su richiesta di amici.

Con l’arrivo di Bob Dylan, Patti ritorna alla sua gloria. Dopo venti anni dall’uscita di “Horses”, la band torna insieme e in breve aprono i concerti di Dylan. L’audience li accoglie a braccia aperte e la band produce l’album “Gone Again”, una collezione di canzoni in onore di suo marito. Patti continua a cantare ancora oggi a 75 anni, non ha mai perso il suo spirito libero e selvaggio, è solo diventato più grigio.

Aurelia Carbone

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