Paul Klee: “Il disegno è l’arte di condurre una linea a fare una passeggiata”

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Di Redazione Metropolitan

Paul Klee, è senza dubbio uno degli artisti più importanti e originali del Novecento. Contribuì allo sviluppo di molte correnti artistiche, per questo è difficile da classificare. Il genere pittorico a cui viene però associato è l’astrattismo, ma viene considerato anche uno dei precursori del surrealismo. Moriva esule 81 anni fa.

Artista straordinario e particolarissimo, collabora con la Bauhaus e viene perseguitato dai nazisti perché, di natali svizzeri, viene accusato di essere “ebreo e straniero” ed esponente di “un’arte degenerata”. Dedichiamo a lui l’articolo della Rubrica Arte di questa settimana.

Paul Klee, il pittore musicista

Paul Klee nel suo Atelier, fotografato da Felix Klee_photocredit:romeartweek
Paul Klee nel suo Atelier, fotografato da Felix Klee_photocredit:romeartweek

Klee nasce il 18 dicembre 1879 a Münchenbuchsee, una cittadina a quindici km circa da Berna, in Svizzera. I genitori di Klee erano un insegnante di musica tedesco e una cantante svizzera, e durante l’infanzia cercarono di spingerlo a diventare un musicista facendogli prendere lezioni di violino. Nonostante il talento, Klee durante l’adolescenza si avvicina alle arti visive cominciando a disegnare sui supporti più vari, compresi i libri di scuola dove disegnava soprattutto caricature.

Nel 1898 inizia a studiare all’Accademia di Belle Arti di Monaco e dopo gli studi, tra il 1901 e il 1902, fa un viaggio in Italia per studiare i maestri del Rinascimento. Soggiorna a Firenze, a Roma e a Napoli, poi torna a Berna dove comincia a sviluppare delle nuove tecniche di composizione e di pittura. Nel 1906 si sposa con la pianista Lily Stumpf, con la quale si trasferisce a Monaco. Intorno al 1911, Klee incontra l’artista russo Vassilij Kandinskij. L’incontro con il pittore russo da nuovo impulso all’attività artistica di Klee. Si unisce quindi al movimento espressionista Der Blaue Reiter, fondato da Kandinskij stesso. 

Kandiskj con la moglie, Klee, Muche e Gropius al Bauhaus, 1925_photocredit:aboutartonline
Kandiskj con la moglie, Klee, Muche e Gropius al Bauhaus, 1925_photocredit:aboutartonline

Klee in questi anni comincia a sperimentare forme completamente nuove. È uno dei primi, insieme agli altri del Der Blaue Reiter e a Picasso, a rappresentare la realtà in forma astratta, contribuendo alla nascita della corrente artistica detta successivamente “astrattismo”. Il suo è un approccio spontaneo e istintivo alla pittura. La sua volontà è di veicolare un messaggio “spirituale” e metafisico attraverso l’arte.


Un viaggio di Paul Klee fatto a Tunisi, nel 1914 con due amici pittori, matura il suo gusto dei colori caldi che saranno spesso presenti nelle sue opere future. Questo viaggio e la partecipazione alla Grande Guerra, aprono una nuova fase della sua carriera. Sfiduciato nei confronti dell’assurdità del mondo, Klee si rifugia in un mondo immaginario più conciliante. Riscopre un universo quasi infantile e primigenio, senza però mai tralasciare una venatura inquieta. Nel 1920 viene invitato a insegnare alla scuola Bauhaus a Weimar. Nei primi anni Trenta, Klee torna in Svizzera, a Berna, dove insegna e dove muore, nel 1940.

“L’arte è l’immagine allegorica della creazione”

Paul Klee, Senecio, 1922
Paul Klee, Senecio, 1922

Il contributo di Klee alla storia dell’arte non sta soltanto nella sua grande produzione (circa diecimila opere) ma anche nell’elaborazione teorica. Klee fu un grande lettore e aveva interessi vari che lo resero un personaggio di rottura, un avanguardista che insieme a Picasso contribuì allo sviluppo della successiva arte contemporanea. L’artista diceva: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.

In questa prospettiva, Klee viene considerato un artista innovativo, la cui poetica si basa sul purificare la vita moderna eliminando ogni eccesso. Il suo stile è considerato quasi infantile, con scelte di colori irreali, quasi oniriche. Klee non rappresenta, visualizza e, come un ricercatore, rende visibile ciò che è invisibile, formando un legame inscindibile con la realtà. L‘artista è come un veggente che indaga i misteri del mondo, facendo propria la lezione dei maestri del passato.

Klee, paesaggio con uccelli gialli, 1923
Klee, paesaggio con uccelli gialli, 1923

“L’arte non riproduce il visibile, ma rende visibile. La natura dell’arte grafica conduce facilmente e legittimamente all’astrazione. Allora si rivela il carattere fantomatico, mitico, quello che gli occhi della fantasia possono scorgere: e si manifesta con una grande precisione (…)” scrive nel saggio Confessione creatrice, nel 1918.

Paul Klee, pesce magico, 1925
Paul Klee, pesce magico, 1925

Attraversa le correnti avanguardiste del Novecento, come espressionismo e astrattismo, creando però un suo stile personale metafisico e primigenio. Scrive Paul Klee: “Per l’artista la comunicazione con la natura resta la più essenziale delle condizioni. L’artista è umano; è egli stesso natura; parte della natura all’interno dello spazio naturale”. Nell’opera di Klee, infatti, la figura umana è sempre al centro della sua attenzione in un’immagine resa tramite fasci e combinazioni di linee orizzontali, verticali, circonferenze, frecce, numeri, lettere, parole ed altri motivi scaturiti dalla fantasia dell’artista. Collegamento sostanziale tra spiritualità del pensiero e creazione visiva.

Polifonia, 1932
Polifonia, 1932

“Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo un tutt’uno. Sono Pittore.”

Ilaria Festa

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Rivista Digitale n.03