Violenze sui carcerati: 52 misure cautelari a Santa Maria Capua Vetere

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Di Redazione Metropolitan

Violenze e torture pluriaggravate ai danni dei carcerati: sono queste le accuse che pendono sul capo di 41 agenti penitenziari. Al momento sono 52 le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari.

Le violenze sarebbero avvenute nel carcere in conseguenza della rivolta scoppiata il 6 aprile 2020 a seguito della notizia di un caso di positività tra i detenuti. Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere vennero inviati da Napoli contingenti dei reparti speciali della Penitenziaria.

Le violenze

Le violenze sui carcerati ebbero avvio a seguito della notizia di un caso di positività all’interno della casa circondariale che spinse i detenuti a protestare. Per calmare le acque da Napoli inviarono contingenti di agenti speciali che diedero il via alla perquisizione delle celle di 292 detenuti. Il provveditore regionale delle carceri della Campania, attualmente accusato per falso e depistaggio, aveva ordinato di “dare un segnale forte”, “un segnale minimo per riprendersi l’istituto”. E così avvenne. Gli agenti di Polizia penitenziaria inviarono foto retrodatate che ritraevano nelle celle dei detenuti oggetti atti a offendere e che dovevano giustificare ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco.

I poliziotti costrinsero i detenuti a sfilare lungo un corridoio di agenti in tenuta antisommossa. Li obbligarono poi a inginocchiarsi e, in quella posizione, diedero avvio al pestaggio. I detenuti ricevettero colpi alle spalle in modo tale che l’identità dei picchiatori rimanesse celata. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere alcuni furono anche costretti a denudarsi e 15 furono portati in isolamento con modalità de tutto irregolari e senza alcuna legittimazione. Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare ha definito l’episodio una “terribile mattanza“.

I reati contestati

Agli indagati, sottoposti a misure cautelari, vengono contestati reati di vario titolo: concorso in torture pluriaggravate ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio. Intanto la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, fa sapere di seguire “con preoccupazione” la vicenda e insieme ai vertici del Dap rinnova “la fiducia nel corpo della polizia penitenziaria, restando in attesa di un pronto accertamento dei gravi fatti contestati”.

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Giulia Moretti