Pedopornografia online: nel 2021 casi in aumento

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Di Sara Rossi

Il rapporto dei bambini e tecnologia fa dibattere da molto: “Voglio che mio figlio cresca davanti a uno schermo?” ci si chiede. C’è chi dà loro il tablet perché smettano di fare i capricci al ristorante e che è un convinto sostenitore di album da colorare e giochi in legno. Con l’emergenza sanitaria in corso, tutti i bambini, anche i meno avvezzi, hanno vissuto a stretto contatto con le tecnologie. Per seguire le lezioni o per mantenere i rapporti interpersonali i social e le piattaforme di comunicazione online hanno giocato un ruolo strategico. Parallelamente alla crescita della fruizione della navigazione online da parte dei minori è cresciuto il reato di pedopornografia online. I dati della Polizia Postale parlano di un aumento del 70% rispetto al 2020.

Il lockdown ha esposto un problema

Privati della quasi totalità delle interazioni con il mondo esterno, il lockdown è stato duro per i bambini. Una ricerca della IRCCS Fondazione Stella Maris ha mostrato come l’isolamento abbia prodotto nei bambini dai 18 mesi ai 5 anni un’aumento di sintomatologia ansiosa. Nei più grandi, di età tra i 6 e i 18 anni, si è assistito all’aumento di comportamenti ossessivo-compulsivo e stress post-traumatico. La separazione con il mondo esterno ha quindi significato problemi nei più giovani e la possibilità di ridurre la distanza tra sé e gli altri è stata in questo caso utile perché questa stessa venisse percepita in maniera meno severa.

L’uso del digitale ha quindi proliferato. Ha un dispositivo personale il 58,4% dei bambini tra i 6 e i 10 anni e il 14,5% di quelli tra gli 1 e i 5 anni. Piccoli utenti per un grande rischio. Se il digitale ha abbattuto distanze e barriere, diventando uno dei capisaldi del mondo globalizzato, è anche vero che ha reso chiunque raggiungibile, bambini compresi. A un aumento della fruizione da parte dei minori è tragicamente corrisposto anche un aumento di reati come pedopornografia e grooming, ossia l’adescamento di minori online, portando alla ribalta un grave problema.

Non si può certo imputare alla maggiore utenza di internet da parte dei bambini l’esistenza di questa pratica, che ancora nel 2019 aveva portato a indagare 650 persone per sfruttamento sessuale di minori e 181 per adescamento. 52 casi sono quelli del primo quadrimestre quest’anno, a fronte dei 41 del 2020. L’emergenza sanitaria ha quindi solo fornito più occasioni per una pratica deprecabile.

Il report della Polizia Postale sulla pedopornografia online segnala un aumento dei casi

I dati del report della Polizia Postale parlano di un aumento del 70% dei casi solo nel primo quadrimestre del 2021, con 137 arresti (oltre il 127% in più rispetto al 2019) e 1.400 persone indagate. Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) ha rilevato durante l’anno un aumento del 132% della circolazione di immagini pedopornografiche. Bambini tra gli 0 e i 9 anni vengono avvicinati online con diversi scopi Tra gli altri reati perpetrati ai danni dei minori infatti ci sono anche cyberbullismo, grooming, estorsioni sessuali, truffe e revenge porn. Nello specifico il cyberbullismo registra un incremento di denunce del 96%, le estorsioni sessuali del 54% e il revenge porn del 78%. In crescita del 23% anche lo stalking. Nel compresso il Cncpo dichiara di aver trattato 5.515 casi per un totale di 280.106 gigabyte di materiale sequestrato (il 32% in più dello scorso anno).

Aumentano anche i casi di reati commessi dai minori stessi. Negli ultimi 5 anni è cresciuto del 213% il numero di minori denunciati per reati online e l’età media di minori imputabili di reati pedopornografici si è abbassata, passando dai 16 ai 15 anni. Sono stati monitorati oltre 29 mila siti web, di cui 2.539 risultati a carattere pedopornografico e immediatamente oscurati.

Pedopornografia online: come combatterla

La soluzione più immediata, logica e, per certo, più umana sarebbe l’interruzione istantanea della pratica. L’aumento dei casi sembra però disegnare tutt’altra tendenza. Nel Codice Penale del nostro Paese è presente l’articolo 600-ter, che prevede per i reati di pedopornografia e estorsione sessuale a danni di minori la reclusione da 6 a 12 anni e una multa da 24.000 a 240.000 euro. La declinazione online di questi reati comporta da uno a cinque anni di carcere e una sanzione da  2.582 a 51.645 euro.

Anche i genitori possono adoperarsi per scongiurare crimini come questi, controllando che le piattaforme su cui navigano i propri figli possano dirsi sicuri ed educandoli alla navigazione online prima di permettergli di usufruirne. Tablet, computer e cellulari non sono surrogati dei baby-sitter o diversivi per mettere fine alle lamentele nei momenti di noia, ma strumenti potenzialmente pericolosi. Che i genitori ne siano consapevoli è bene per la sicurezza del minore. Una fondamentale accortezza che vale tutti i pianti che un bambino annoiato può fare.