Lo confesso: io vorrei che Dave Grohl fosse mio amico. Lo so che è una rockstar milionaria. Ma è anche una delle poche che riescono a oltrepassare con naturalezza il confine tra il musicista idolo e il proprio pubblico. O meglio, ti danno l’illusione che quel confine non ci sia. Ovviamente c’è e tu lo sai. Ma quando Dave è giù dal palco e si racconta in un’intervista, o anche attraverso i suoi canali social, sembra il tuo vicino di casa, e pure uno di quelli che ti stanno simpatici, non quello che ti ruba sempre il posto auto. Lui è il vicino che ti chiede se ti serve qualcosa, visto che deve passare al supermercato.
Dave Grohl è quello che quando ha fatto quarant’anni, nonostante fosse già uno dei principali attori del musicbusiness, se n’è andato a cena con estrema semplicità con la famiglia e qualche amico, come faresti tu. È il ragazzo che nel ’98, desideroso che la gente del suo quartiere d’origine lo vedesse come uno della comunità e non come una star, si è unito ai festeggiamenti del 4 luglio portando un Cracklin Thunder, un micidiale fuoco d’artificio… che per poco però non ammazzava qualcuno!
La gavetta e i Nirvana
Confessione numero 2: un altro motivo per cui mi sta simpatico è che fa parte di quella generazione di musicisti, ormai in via di estinzione, che si sono avvicinati alla musica da giovanissimi (ha iniziato a suonare la chitarra a sei anni, per poi studiare batteria, usando i mobili di camera sua come piatti e tamburi), si sono fatti un’infinita gavetta in svariate formazioni più o meno arrangiate e macinando chilometri ammassati nei van insieme agli strumenti, e alla fine sono arrivati al successo. Che già solo per tutti questi sbattimenti ha il sapore del sudore, dell’ostinazione e quindi del merito. Le “star” prodotte da Instagram non hanno la più pallida idea di cosa significhi tutto ciò e appena quindici anni fa avrebbero dovuto pensare a trovarsi un lavoro vero. Diciamocelo.
Prima di essere scritturato da un certo Kurt Cobain e un certo Krist Novoselic e scrivere una delle più grandi pagine della storia della musica, Grohl suonò negli Scream, abbandonò gli studi, lavorando però come magazziniere e muratore. Nel ’90 divenne il quinto batterista dei Nirvana e, come si dice… il resto è storia. Nevermind fece esplodere la band in pochissimo tempo e a Dave va sicuramente il merito di aver contribuito in buona parte alla costruzione del sound che da quel momento in poi li contraddistinse. Con l’improvvisa morte di Cobain nel ’94, Dave e Krist subirono un enorme colpo e si rintanarono per un bel po’ nelle rispettive case, incontrandosi soltanto per assicurarsi a vicenda di stare “bene”, insomma di stare ancora in piedi.
Il batterista non riusciva ad ascoltare musica, tantomeno riusciva a suonare. Continuava a sognare Kurt che gli diceva che in realtà era vivo ed era stato tutto uno scherzo.
I Foo Fighters
“Avrei potuto dedicarlo a tante persone ma decisi di dedicarlo a Krist e Kurt. [] Quando è finito tutto è stato devastante.”
Qualche mese dopo, Dave si fece coraggio e riesumò dei testi che aveva scritto durante il periodo dei Nirvana ma che per la maggior parte aveva tenuto per sé, probabilmente per la stessa insicurezza che gli faceva temere che Kurt e Krist l’avrebbero sostituito perché non era abbastanza in gamba. Realizzò un intero album da solo, suonando tutti gli strumenti, e iniziò a farlo circolare su cassetta (tipicamente anni ’90) col nome di Foo Fighters e dedicandolo ai suoi due ex compagni di viaggio. Quello fu uno dei rari casi in cui nacque il nome della band prima di trovarne gli elementi.
Le storie che si intrecciano nella musica sono tante e spesso affascinanti, perché ti danno il senso di quanto, oltre al talento, una buona dose di fortuna non guasti mai. Probabilmente Dave sarebbe arrivato comunque dove si trova adesso. Quello che sappiamo, però, è che una di quelle cassette finì nelle mani di un certo Eddie Vedder che ne passò un brano nel suo programma radio pirata e contribuì a far arrivare alle orecchie della Capital Records le nuove canzoni di Grohl. Ironia della sorte, il pezzo che piacque a Vedder, Exhausted, era lo stesso che aveva apprezzato Cobain. Il leader dei Pearl Jam lo amava perché “mi fa venire voglia di buttarmi giù da una rupe.”
Nel ’95 i Foo Fighters trovarono una prima formazione e nel 2020 avrebbero dovuto intraprendere un tour per festeggiare i 25 anni di carriera: rimandato a quando la pandemia lo consentirà. Nel febbraio 2021, intanto, uscirà il loro decimo album, Medicine at Midnight.
Dave Grohl e gli altri
“Sogno ancora che facciamo parte dei Nirvana, che siamo ancora una band. Sogno ancora che c’è un’arena vuota che ci attende per un concerto.”
A distanza di anni, Dave dice di ripensare ancora ogni tanto ai Nirvana (comprensibilissimo, direi) ma che non se la sentirebbe di cantare pezzi che cantava Kurt, preferisce che sia qualcun altro a farlo. È capitato, infatti, in alcune occasioni, che lui, Krist e Pat Smear (che aveva collaborato con la band) abbiano risuonato qualche vecchio brano, con degli “ospiti” alla voce. In generale, comunque, Grohl, in circa tre decenni, ha suonato con un gran numero di altri artisti: da Tom Petty a Josh Homme, John Paul Jones, Lemmy Kilmister, Norah Jones, Brian May, David Bowie, Garbage, Paul McCartney e l’elenco potrebbe continuare!
Il rock and roll è vivo e lotta insieme a noi
Ma la caratura di uno come Dave Grohl (e qui torniamo al fatto che mi piacerebbe fosse mio amico) la si denota dal fatto che, ad esempio, durante la pandemia, abbia creato un profilo Instagram per raccontare aneddoti della sua vita: quello rocambolesco coi fuochi d’artificio è stato il primo. Questo per ridurre, ancora una volta, le distanze fra sé e il pubblico. Oppure pensiamo alla “sfida” che per settimane ha condotto, a suon di rock, con Nandi Bushell, una ragazzina americana di dieci anni che suona batteria, chitarra e basso in un modo da far strabuzzare gli occhi! Dave ha ammesso la sconfitta e le ha dedicato una canzone!
Tuttavia, forse una delle cose più belle che l’artista ha fatto negli ultimi anni è stato rispondere alla chiamata di una superband di mille musicisti, i Rockin’ 1000, che nel 2015 ha messo su un’esaltante esibizione di Learn To Fly per chiedere ai Foo Fighters di fare un concerto a Cesena. La risposta di Dave non si è fatta attendere: ha ringraziato il gruppo tramite videomessaggio in un esilarante italiano (“Ciao, sono Davide!”) e i Foo Fighters hanno suonato a Cesena.
Tutto questo la dice lunga sul tipo di persona che è Dave Grohl e su quanto sia importante per lui il rapporto con i fan dei Foo Fighters. Stiamo parlando di un uomo che, sempre nel 2015, in Svezia, si è rotto una gamba cadendo dal palco, è andato in ospedale a farsela ingessare ed è tornato a finire il concerto, proseguendo poi tutto il tour su di uno straordinario trono contornato di amplificatori e chitarre (ormai oggetto di culto). Insomma, ma quanto è rock and roll tutto questo?
Emanuela Cristo
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