Il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, presso la sala del Mappamondo, ha affermato che è necessaria una riforma del ministero dell’Istruzione.
Nella nuova riforma ci saranno più professori e dirigenti
Secondo il ministro dell’Istruzione, come riporta l’Ansa, è necessario attuare una riforma all’interno del ministero poiché quest’ultimo, ad oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti. Tra i vari punti presentati dal ministro Bianchi ci sono il bisogno di un dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore, il bisogno di rafforzare le strutture del sistema scolastico e il servizio di più professori per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola e più dirigenti.
L’istruzione post Covid
Riforme a parte, Bianchi da quando è diventato ministro dell’Istruzione si è subito messo in gioco per cercare di colmare i buchi che la pandemia ha creato nel sistema scolastico e ad apportare migliorie a ciò che esisteva già prima.
Ha parlato di riconoscimenti agli insegnanti che vogliono lavorare dall’estate in avanti per dare continuità e opportunità anche se da un sondaggio effettuato da “La tecnica della scuola” questa idea non piace all’80%degli interessati e che 9 insegnati su 10 hanno detto di non voler partecipare alle attività, ma il ministero sembra proseguire per la sua strada e lasciare le scuole aperte da giugno in poi per recuperare le lezioni perse durante la pandemia. Ha parlato anche di Dad, affermando che probabilmente continuerà ad esserci anche dopo il Covid ma con sembianze diverse.