Per le vie di Roma il nome di Giorgio Almirante

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Di Redazione Metropolitan

Meloni “Roma avrà via Giorgio Almirante: grazie ad una mozione FdI approvata oggi in Campidoglio, la Capitale renderà finalmente omaggio ad uno degli uomini più importanti nella storia della destra e della politica italiana. Un risultato storico di cui siamo fieri e orgogliosi”.

La mozione di Fratelli d’Italia su una via per Giorgio Almirante, ha ottenuto in Assemblea Capitolina i voti favorevoli del M5s con l’astensione di Valentina Vivarelli e Pietro Calabrese e il voto contrario di Maria Agnese Catini. Il Pd assente perché in protesta per il rifiuto della sindaca Raggi di riferire sulla vicenda dello stadio.

Quest’ultima, durante l’intervista a Porta a Porta afferma, colta alla sprovvista: “Non sapevo nulla, mi sorprende. Sono qui da lei (Vespa, ndr) e mi sono allontanata dal Consiglio comunale da qualche ora […] Se lo condivido? Se l’Aula ha votato favorevolmente è perché i consiglieri M5s si sono determinati in questo senso. Quindi assolutamente sì: se hanno votato evidentemente vogliono intitolare una strada a questo personaggio. Prendo atto della volontà dell’aula, che è sovrana come il Parlamento”. La sua posizione cambia però radicalmente dopo la mezzanotte annunciando una mozione per impedire l’intitolazione di strade ad esponenti del fascismo, antisemiti o razzisti.

Chi era Giorgio Almirante?

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Giorgio Almirante (1914-1988), fu caporedattore del quotidiano fascista «Tevere» e segretario di redazione della «Difesa della Razza», di fede, evidentemente, razzista. Nel 1943, sceglie l’’Italia di Salò e si arruola nella Guardia nazionale repubblicana. Nello stesso anno, sotto invito di Fernando Mezzasoma, diventa capo di gabinetto del ministro. Lascia l’attività ministeriale nel 1944 e decide di organizzare spedizioni antipartigiane, sottoscrivendo un bando. Nel 1946 fonda a Roma il Movimento sociale italiano, rivendicando orgogliosamente il proprio legame con il fascismo.

 

Solo nel giugno del 1972, la Procura di Milano richiede di procedere contro Almirante per il reato di ricostituzione del partito fascista. L’inchiesta, tuttavia, non ha seguito. 

All’inizio degli anni Ottanta, Almirante si batte per abrogare la legge sull’aborto. Nel 1987 nomina  Gianfranco Fini suo successore, sostenendo che nessuno potrà dargli del fascista perché nato nel dopoguerra.

Le reazioni

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si dichiara entusiasta, così come sostenitori del cosiddetto centro-destra che si felicitano dell’onore riconosciuto al “difensore della patria”.  

Tuttavia, comprensibilmente, non tutti gioiscono della mozione passata. La Comunità ebraica romana reagisce sdegnata. “Una vergogna assoluta, quella di omaggiare, proprio nell’anniversario degli 80 anni delle leggi razziali uno che, mai pentito scrisse su Difesa della Razza, fu un dirigente fascista e repubblichino. La decisione del Consiglio Comunale di votare una mozione per intitolare una via a Almirante è una vergogna per la storia di questa città. Chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del Manifesto per la Difesa della Razza, senza mai pentirsene, non merita una via come riconoscimento”.

Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, aggiunge “È un atto grave, una ferita alla nostra città per la sua storia e il contributo di sangue dato alla liberazione da fascismo e nazismo […] È un’offesa ai martiri delle Fosse Ardeatine, ai rastrellati del Quadraro, ai nostri concittadini ebrei deportati e sterminati nei lager nazisti, a tutti gli uomini e le donne di Roma caduti per la libertà e per la nostra Costituzione. Proveremo a far tornare indietro l’aula Giulio Cesare attraverso approfondita e adeguata discussione”.

Infine, Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, commenta: “A forza di dire che non esistono più destra e sinistra si finisce col riabilitare il fascismo. Intitolare una via a un fucilatore di partigiani e a un propagandista delle leggi razziali offende in primo luogo la memoria delle vittime”