Nello spazio dedicato alle Parole dal Mondo, Petricore: un termine che indica l’odore della terra inaridita al sopraggiungere della pioggia, e le relative sensazioni derivanti.
Petricore, etimologia di una parola suggestiva
Un odore particolare, acre, misto ad erba terra ed acqua: l’olezzo prodotto dalle prime piogge dopo un periodo più o meno lungo di siccità. Il termine Petricore si riferisce proprio a questo. L’autunno è il periodo in cui questo profumo dolciastro e pungente inizia a risvegliarsi con la prima pioggia, che anticipa l’autunno. L’etimologia del termine deriva dall’inglese, petrichor: dal greco pétra – pietra – e ichór linfa o sangue degli dei. La parola fu coniata nel 1964 da due ricercatori australiani: Isabel Joy Bear e Richard G. Thomas, in seguito ad un articolo pubblicato sulla rivista Nature.
Nel testo, i due ricercatori, cercarono di descrivere e svelare la composizione chimica dell’odore percepito durante l’incontro fra la terra arsa e la precipitazione atmosferica. Scoprirono che tale profumo suggestivo, giungeva da un’essenza prodotta da alcune piante nei periodi di siccità, assorbita dall’argilla presente nella terre e nelle rocce circostanti. La pioggia, cadendo, scioglie il composto oleoso facendolo diffondere nell’aria insieme ad un ulteriore composto, la geosomina, a cui si deve il caratteristico aroma percepito. Successivamente, in una pubblicazione del 1965, i due studiosi dimostrarono che l’olio ritarda la germinazione dei semi e delle piante a crescita precoce.
Una scienza poetica
Non è un caso che le atmosfere, le visioni cangianti dell’acqua argentata che scivola sulle cose, le case, le piante, l’essenza fresca che si disperde nell’aria, siano motivo di ispirazione poetica. Petricore è chimica, ma anche poesia per le sensazioni che riflette nell’animo umano ammaliato dallo scorrere dell’acqua piovana e dall’odore pungente di quest’ultima sulla terra arsa. Federico Garcìa Lorca diceva, a proposito della pioggia:
”E’ un bacio azzurro che riceve la terra, il primitivo che si rinnova”.
Negli archivi letterari molte sono le poesie, i componimenti e i testi dedicati alla pioggia e alle sue atmosfere suggestive; lapalissiano, seppur obbligatorio, ricordare La Pioggia nel Pineto di Gabriele D’Annunzio, contenuta nella raccolta di liriche Alcyone, terzo libro delle Laudi:
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Un fenomeno naturale malinconico che reca al suo seguito un profumo nostalgico e profondo che, nel tempo, ha affascinato artisti, poeti e scrittori di ogni epoca.
Stella Grillo
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