Uno studio recente ha dimostrato che il vaccino Pfizer cala di efficacia in 6 mesi per quanto concerne la prevenzione dei contagi. Si riapre pertanto il problema di effettuare una terza dose di vaccini o meno . Al vaglio del ministero della Salute la possibilità di somministrare un ulteriore richiamo a persone molto fragili, immunodepresse e per chi ha avuto il vaccino agli inizi della campagna vaccinale come gli operatori sanitari
La terza dose di Pfizer e i nuovi studi effettuati
“Ho scritto più volte alla Direzione generale della prevenzione del Ministero della salute, sollecitando un provvedimento che preveda la terza dose per coloro che hanno problemi immunologici e coloro che presentano gravi fragilità. Ho inoltre sollecitato affinché venga predisposto un atto analogo per tutti coloro che hanno fatto il vaccino ad inizio della campagna vaccinale, come ad esempio gli operatori sanitari”. Queste le parole del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri parlando della possibilità della terza dose di vaccino. Un questione più che mai aperta dopo uno studio scientifico effettuato sul vaccino Pfizer.
Secondo i dati registrati da quest’ultima valutazione scientifica, l‘efficacia nel prevenire i contagi Covid del vaccino Pfizer scende, dopo sei mesi dalla seconda dose, dal 96% al 83,7%. La protezione da un possibile aggravamento della malattia resta al 97%. Sono dati questi che hanno riacceso la discussione in Italia una su una possibile terza dose di vaccino per persone molto fragili, immunodepresse, e per chi è stato vaccinato per primo come gli operatori sanitari. “Verosimilmente ci sarà bisogno di una terza dose di vaccino per le persone che assumono farmaci immunosoppressivi, per i trapiantati e per persone con patologie particolari (come malattie autoimmuni o patologie infiammatorie croniche) in cui la risposta al vaccino può essere ridotta”, fa sapere Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma.
La posizione dell’Italia e i provvedimenti di Israele e Turchia
Al momento non c’è una posizione certa del governo italiano sulla possibilità di una terza dose nell’attesa che arrivino dati epidemiologici più certi come raccomanda parte della comunità scientifica. “Non sono d’accordo con la somministrazione di una terza dose in questo momento, nemmeno per i fragili e gli immunodepressi, senza nessuna valutazione del loro stato rispetto alla risposta immunitaria. Che ci si decida a muoversi per documentare la presenza di anticorpi e procedere di conseguenza”, ha dichiarato infatti Massimo Galli, direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. In Israele invece è stato approvato un provvedimento che prevede la somministrazione di un ulteriore dose di vaccino a persone anziane. Anche la Turchia ha iniziato a somministrare una terza dose ai vaccinati Sinovac e Pfizer.
Stefano Delle Cave