Tokyo 2020 doveva e poteva essere l’anno del riscatto, l’estate in cui tutti avrebbero sognato quell’oro olimpico mai vinto, ma tanto meritato. Matteo Piano, Simone Giannelli e Gianlorenzo “Chicco” Blengini, provano a raccontare le loro emozioni e sensazioni; punti di vista differenti, giocatori e allenatore a confronto.
Piano, Giannelli, Blengini: obiettivo Tokyo 2021
L’emergenza legata alla diffusione del coronavirus ha piegato anche il mondo dello sport; campionati sospesi, scudetti non assegnati, gare cancellate e Olimpiadi posticipate. Il mondo della pallavolo è ad oggi completamente fermo; nessuna partita, nessun allenamento. Il volley ha bloccato, in ogni campionato, promozioni, retrocessioni e assegnazione di titoli; l’unico barlume di speranza è dato dall’opaca possibilità di playoff estivi, ovviamente se le condizioni lo permetteranno.
Tokyo 2021 il nuovo obiettivo della Nazionale azzurra; un altro anno dunque il tempo che si dovrà aspettare per provare a conquistare quel metallo prezioso da mettere al collo. Voglia di riscatto quella presente nella testa dell’Italvolley maschile; la finale persa a Rio 2016 è l’incubo perenne che riaffiora nelle menti di chi c’era fisicamente o tramite una televisione. Ma come vivono questo momento gli atleti? Cosa pensa un giocatore che a quelle Olimpiadi avrebbe potuto partecipare? Simone Giannelli, Matteo Piano e Gianlorenzo Blengini hanno raccontato tutto questo in un’intervista rilasciata ad Eurosport.
Piano e Giannelli, intesa vincente
Matteo Piano, centrale dell’Allianz Milano e della Nazionale, infortunato quasi ad inizio stagione; in azzurro ha portato a casa quattro medaglie di bronzo e altrettante d’argento. Ecco cos’ha raccontato il posto 3 di Powervolley:
“Sono abituato a cadere e rialzarmi, ma stavolta è tutto diverso perché è uno stop forzato che non riguarda solo me. A inizio marzo stavo bene e proprio ora avrei dovuto fare il mio ritorno in campo. In questi giorni ho provato molta stanchezza mentale. […] Eravamo tutti carichi, ma potremo sfruttare questo tempo fermo per rigenerarci e rientrare in campo con più fuoco.”
“Con il sostegno dello staff della Nazionale e di Milano, sapevo che avrei potuto farcela a raggiungere quel traguardo gigante, eppure ho provato un sospiro di sollievo quando hanno posticipato le Olimpiadi e sì, ho capito che ero contento anche per me. […] E poi, come dice Blengini, il volley si adatta alle condizioni perché è uno sport di squadra in cui l’unione fa la forza.”
Simone Giannelli, palleggiatore e capitano dell’Itas Trentino, in Nazionale dal 2015; con la maglia azzurra ha vinto un bronzo agli Europei 2015 e tre argenti, tra cui quello olimpico a Rio. Fedele alla sua Trentino, capitan Giannelli insieme ad altri capitani della Superlega ha istituito una raccolta fondi da devolvere alla Protezione Civile; ecco le sue parole:
“Ho sentito il dovere di far del bene anche da casa. Stiamo vivendo un periodo difficile che aprirà nuovi scenari nelle nostre vite. Certamente, battuto il virus, non sarà più la stessa cosa e forse cambieremo. […] Bere un caffè in centro, stare insieme all’aria aperta… È incredibile come tutto sia diventato qualcosa di utopico, ma verrà il giorno in cui ci renderemo conto della fortuna che abbiamo nel goderci le piccole cose.”
Chicco Blengini: “La pallavolo non molla”
Gianlorenzo “Chicco” Blengini, allenatore della Nazionale dal 2015, ha cercato di mantenere un ambiente unito nel suo spogliatoio virtuale. Sentendo quotidianamente i suoi ragazzi, Mister Blengini ha portato avanti una riflessione sull’importanza del ripartire più motivati di prima quando l’emergenza permetterà di tornare in palestra:
“È tutta una cascata: restiamo in attesa con l’idea di tenere duro. Abbiamo vissuto diverse fasi cambiando le nostre abitudini e rimodulando la nostra quotidianità. […] Questo è il tempo della resistenza. Credo che presto dovremo stare attenti a due aspetti: il virus medico e il virus psicologico dando un senso di ripartenza con un valore profondamente sportivo.”
“Sottolineo il valore della riprogettazione. […] Per la pallavolo, a differenza degli sport individuali, un anno non cambia così tanto, nel nostro specifico la squadra ha alcuni trentenni che saranno più over… Ma avranno finalmente riposato contro un calendario internazionale che di certo non preserva i giocatori. Mentre ci sono giovani che potranno accumulare esperienza, maturità, tempi di gioco e conoscenza della pallavolo. […] Tutti compenseranno i loro sogni olimpici andando a Tokyo senza gancio sotto il mento”.
Articolo a cura di Chiara Zambelli
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