Nato a Bologna il 5 marzo 1922, Pier Paolo Pasolini è stato senz’ombra di dubbio una delle figure più importanti del Ventesimo Secolo. La sua famiglia aveva antiche origini nobiliari, ma il vizio del gioco da cui era affetto suo padre non gli permise mai di vivere in condizioni di totale agiatezza. La sua infanzia fu condizionata da continui trasferimenti, molti dei quali in Friuli-Venezia Giulia. Si avvicinò molto al mondo delle arti, in particolar modo era affascinato dalla letteratura, nella quale si cimentò per la prima volta nel 1942 scrivendo una raccolta intitolata Poesie a Casarsa.
Pasolini è stato spesso considerato come un personaggio controverso. Le sue opinioni politiche antiborghesi e la sua omosessualità lo misero spesso davanti a dure critiche da parte dei suoi contemporanei. Ebbe diversi problemi con la legge per atti osceni in luogo pubblico e prostituzione, alcuni di questi coinvolsero anche dei minori. La più grande svolta nella sua vita fu senz’altro quando si trasferì a Roma, nel dopoguerra, dove entrò in contatto col mondo del cinema. Pier Paolo Pasolini morì la notte del 2 novembre 1975, assassinato dal dicissettenne Pino Pelosi, un ragazzo che era stato precedentemente vittima di pretese sessuali da parte del regista.
Il cinema di Pier Paolo Pasolini
Negli anni ’50 Pasolini si trovava a Roma e aveva già composto diverse opere, ma non era ancora uno scrittore affermato. La sua condizione economica era piuttosto grave, infatti aveva bisogno di svolgere diversi lavori per potersi mantenere. Nel 1954 esordì nel mondo del cinema collaborando alla sceneggiatura del film La donna del fiume di Mario Soldati. Collaborò anche con Federico Fellini scrivendo la sceneggiatura de Le notti di Cabiria, supervisionando le parti in dialetto romanesco. Negli stessi anni scrisse alcuni dei suoi romanzi più importanti, come Ragazzi di Vita e Una Vita Violenta.
Il suo stile cinematografico si differenziò molto da quello dei suoi contemporanei. Non avendo una formazione cinematografica, ma provenendo dal mondo della letteratura, Pasolini utilizzava delle inquadrature grezze e “sgrammaticate”, che però riscossero molto successo. La scarsa preparazione tecnica non gli impedì di realizzare alcune delle pellicole più significative della storia del cinema italiano, tra queste ricordiamo Mamma Roma (1962), Uccellacci e Uccellini (1966) e Salò o le 120 Giornate di Sodoma (1975).
Accattone, l’esordio cinematografico
Nel 1961 Pier Paolo Pasolini fece il suo esordio come regista cinematografico con il film Accattone. La pellicola narra la storia di un magnaccia che porta avanti la propria vita nelle borgate romane. Viene rappresentata perfettamente la quotidianità dei sottoproletari abitanti della capitale, che però è osservata con uno sguardo pessimistico. I personaggi del film non hanno per Pasolini alcuna prospettiva di miglioramento, anzi l’unica salvezza a cui possono aspirare è la morte.
Tra le particolarità della pellicola troviamo un costante uso del dialetto romanesco ed un’ingombrante e sgraziata presenza della macchina da presa, che si fa fortemente sentire agli occhi dello spettatore. Il regista trasse l’ispirazione per molte delle sue inquadrature dal mondo dell’arte, in partocolar modo da Giotto e Masaccio. L’uscita di Accattone causò non poco scalpore, al punto da diventare il primo film della storia vietato ai minori di 18 anni.
Ludovica Nolfi
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