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Pietro Amara arrestato per favoreggiamento

Nuovi guai in vista per l’avvocato siciliano Pietro Amara già presumibilmente immischiato nel caso della loggia Ungheria. In questo nuovo caso, ad essere immischiato in “loschi affari” con Amara sarebbe l’ex magistrato Carlo Maria Capristo, il quale si sarebbe venduto all’avvocato in cambio di un supporto nella nomina alla guida della procura di Taranto e di favori dell’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva di cui Amara è stato consulente legale.

Amara in manette assieme a Capristo

Oltre ad Amara e Capristo, nei guai anche un poliziotto barese, Filippo Paradiso ritenuto uno stretto collaboratore dell’ex magistrato, un avvocato di Trani, Giacomo Ragno, e il commercialista Nicola Nicoletti, delegato dei commissari straordinari Ilva.

Le accuse a loro carico sono molteplici: abuso d’ufficio, favoreggiamento e corruzione in atti giudiziari. Altri sette tra avocati, pm, carabinieri, ragionieri e commercialisti, sono indagati ma a piede libero per concussione con l’accusa di aver truccato due fascicoli di indagine della Procura di Trani. L’indagine parte dall’esposto anonimo che nel 2015 Amara aveva fatto recapitare alla Procura di Trani con l’obiettivo di far emergere l’esistenza di un complotto ai danni dell’amministratore delegato dell’Eni.

Amara è dunque finito in manette insieme a Capristo, che era stato già arrestato il 19 maggio dello scorso anno quando finì ai domiciliari con l’accusa di presunte pressioni a due magistrati insieme a tre imprenditori e ad un poliziotto, che però è stato sottoposto da oggi a obbligo di dimora su decisione della Procura di Potenza.

Come riporta Tgcom24, secondo l’accusa, Amara è stato soggetto attivo della corruzione in atti giudiziari sia a Trani che a TarantoCapristo è invece accusato di aver accreditato presso l’Eni Amara come legale intraneo agli ambienti giudiziari tranesi in grado di interloquire direttamente con i vertici della Procura. Per quanto riguarda il poliziotto Filippo Paradiso, il suo ruolo nella vicenda è stato quello di fare da tramite nella conoscenza tra i due. Infatti il poliziotto insieme all’avvocato, avevano messo in atto attività di raccomandazione, persuasione e sollecitazione in favore di Capristo su membri del Csm e su persone ritenute in grado di influire su di essi. 

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