Pillon accusato di omofobia deve pagare una bella somma

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Di Maria Paola Pizzonia

A Pillon questa omofobia è costata cara: dovrà pagare 30mila euro agli attivisti Lgbt per le sue precedenti dichiarazioni

L’omofobia si paga, è finalmente nel 2021 il conto è anche salato. Ma forse è anche un po’ tardi per accorgerci che dire che un’associazione Lgbt “adesca minorenni” o istiga “ai rapporti omosessuali” perchè semplicemente fa attivismo nelle scuole è problematico. Perchè, ovviamente, non rientra nel diritto di critica politica ma scade nella diffamazione.

Pillon accusato di omofobia, quando dovrà pagare?

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Il procedimento a carico di Simone Pillon per dichiarazione si è concluso. Lunedì la sentenza della Corte di Appello di Firenze ha stabilito contro Pillon una condanna per diffamazione ai danni dell’associazione Omphalos LGBTI e dei suoi attivisti. Il processo è stato tortuoso, ma gli attivisti non si sono scoraggiati. Il risultato è arrivato dopo vari impedimento.

La Corte di Appello di Firenze ha prosciolto l’imputato solo perché il reato si è estinto per intervenuta prescrizione. Tuttavia, ritenendo sussistente in capo all’ex senatore della Lega il reato di diffamazione contestatogli, lo ha condannato al pagamento delle statuizioni civili della sentenza di primo grado e quindi anche alla provvisionale di 30.000 euro riconosciuta dal Tribunale di Perugia, nonché alle spese legali di tutti i gradi di giudizio.

Di cosa è accusato Pillon?

I fatti risalgono al 2014, quindi ormai quasi dieci anni fa. Fu allora che Pillon, che era presidente per l’Umbria del Forum delle associazioni familiari, tenne alcune conferenze pubbliche in giro per la regione. In almeno tre Pillon disse che l’attività di Omphalos LGBTI, storica associazione perugina che aveva organizzato in un liceo cittadino, frasi scioccanti che gli sono ora costate una causa per diffamazione.

Quel giorno gli attivisti erano d’accordo con la dirigenza scolastica per organizzare un incontro sul bullismo omotransfobico, con volantini informativi sulle malattie sessualmente trasmissibili.

ll materiale passo sotto l’occhio dell’avvocato Pillon che, usandone solo una parte e travisandone del tutto il significato, lo usò in alcuni incontri pubblici per sostenere pubblicamente che l’associazione adescasse minorenni .

Su Twitter il senatore ha ribattuto:

«Ricorrerò per Cassazione e alla Corte europea se necessario. Opporsi alla dittatura del pensiero unico costa caro, ma non ci fermeremo».

Pillon

Pillon non vuole pagare per la sua omofobia, ma è importante che lo faccia

Il punto è che Pillon ha gravemente diffamato l’associazione raccontando falsità sull’operato della stessa nelle scuole umbre. Le parole degli attivisti:

Come già avevamo detto in più occasioni, l’associazione utilizzerà questi fondi per incrementare le proprie attività di sensibilizzazione, contrasto al pregiudizio e lotta al bullismo omolesbobitransfobico nelle scuole.

L’avvocata che ha seguito la causa conclude:

«È una questione di principio di diritto- dichiara a L’Espresso – dire certe cose mette veramente in allarme sia i genitori dei ragazzi coinvolti nelle scuole, sia gli attivisti. L’ex senatore Pillon in Aula ha parlato da padre. Io da madre, mi metto nei panni di un genitore che dopo aver accolto il coming out del proprio figlio, riceve l’informazione che è un adescatore di minorenni. Se questa è critica politica, si apre il mondo. Siamo soddisfatti della decisione della Corte che ristabilisce un principio sano».

Saschia soli, avvocata

Articolo di Maria Paola Pizzonia

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