Attorno alla conduttrice Myrta Merlino e al suo programma Pomeriggio Cinque si è creata una forte polemica a seguito di un servizio mandato in onda. L’inviato Fabio Giuffrida ha registrato una vera e propria intervista-confessione di Lorenzo Carbone, il 50enne di Spezzano di Fiorano, provincia di Modena, che (in un palese stato confusionale) ha ammesso davanti alle telecamere del programma di aver ucciso la madre anziana, Loretta Levrini

“Quello che è accaduto oggi a Pomeriggio5 è gravissimo. Non è questo il nostro mestiere. Stracciato il codice deontologico stiamo toccando il fondo”. Con questo commento Gaia Tortora, la giornalista vicedirettrice di TgLa7, ha detto la sua sulla puntata di Pomeriggio5 che ha trasmesso l’intervista a Lorenzo Carbone. La conduttrice televisiva ha poi “repostato” un altro commento sul suo profilo, di Ermes Antonucci, che scrive: “Un programma Mediaset ha mandato in onda un’intervista a un uomo in evidente stato confusionale, tornato a casa dopo essere sparito una notte, che confessa l’omicidio della madre, malata di demenza. Ma che bisogno c’era?. È ormai passata la regola che tutto possa essere scritto e trasmesso, senza che nessuno si ponga mai un problema non dico deontologico (figuriamoci), ma persino umano? Il circo mediatico ha toccato un suo nuovo punto più basso”.

A seguito dei tanti commenti contro la scelta di Pomeriggio Cinque di mandare in onda il servizio, la stessa conduttrice Myrta Merlino ha deciso di intervenire in difesa di tale scelta. “L’azienda mi ha dato ragione. Deontologicamente la notizia vince sempre. E noi l’abbiamo data, con sobrietà e rigore“, ha replicato Myrta Merlino attraverso Il Messaggero.

La conduttrice ha poi continuato affermando: “Giuffrida (l’inviato che ha realizzato l’intervista, ndr) mi ha chiamata e mi ha detto che aveva trovato Carbone, ci aveva parlato e l’aveva fatto arrestare. Ha avuto la prontezza di chiamare i carabinieri, se non li avesse chiamati non avremmo mai mandato in onda il servizio. Ho parlato con i Carabinieri e la prima immagine che abbiamo trasmesso è stata quella dell’arresto. Non abbiamo rincorso l’assassino né intralciato le indagini. La storia è chiusa e la raccontiamo perché ne siamo stati testimoni oculari“. Una risposta secca, apparsa a molte persone forse un po’ troppo cinica, soprattutto se messa in relazione alla delicata situazione.