Con l’avanzare dell’emergenza pandemica da Covid-19 e l’intensificarsi della campagna vaccinale, aumenta anche il proliferare di teorie complottiste e negazioniste. Una tendenza preoccupante, che mina gli sforzi fatti dai Governi e dai cittadini per combattere il virus. Difatti, sono molti coloro che ravvisano un oscuro piano dietro la somministrazione del siero e altrettanti quelli che non credono affatto alla sua esistenza. E questa volta, come riportato dall’Ansa, l’ennesima conferma di ciò ci arriva dalla Polonia, dove un gruppo di deputati no-vax ha fatto ampiamente discutere.
Deputati no-vax in Polonia si fotografano con scritta ispirata ad Auschwitz
Che le norme igienico-comportamentali, i lockdown e le misure restrittive per prevenire il contagio siano state paragonate allo scempio delle deportazioni nei campi di concentramento è cosa alquanto risaputa. Tuttavia, e non che questa sia un’attenuante, mai nessuno aveva osato andare oltre, con il rischio di insultare la memoria dei sopravvissuti (e non) a quel terribile periodo. Almeno fino ad oggi, quando direttamente dalla Polonia alcuni parlamentari si sono fotografati con una scritta ispirata all’effige riportata sui cancelli di Auschwitz.
La didascalia recita esattamente: “Il vaccino ti renderà libero“, ci fa sapere l’Ansa. Insomma, un chiaro riferimento al tragico annuncio “Arbeit macht frei” (“Il lavoro ti renderà libero“). Il gesto dei membri del partito Konfederacja di estrema destra ha causato non poco malcontento nel Paese. In primis da parte del Premier, che su Twitter scrive: “L’iniziativa dimostra in modo drammatico come si può ferire la santa memoria di mostruosi crimini tedeschi“. Ma il Presidente Mateusz Morawiecki non è stato l’unico ad esprimersi in merito alla questione. Persino il leader dell’opposizione Rafal Grupinski ha detto la sua a riguardo, definendo l’azione deplorevole.
Ai due politici poi, sempre stando a quello che riferisce l’Ansa, si è unito anche l’incaricato d’affari dell’ambasciata d’Israele, il quale ha parlato di offesa alle vittime dell’Olocausto.
Scritto da Diego Lanuto.
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