Una bruttissima vicenda colpisce la Serie A ed il suo club più antico. Associazione a delinquere, estorsioni, violenza privata e intestazioni fittizie: sono queste le accuse nei confronti di una quindicina di ultrà del Genoa, indagati dalla Procura di Genova. Secondo quanto hanno ricostruito le forze dell’ordine a capo dell’indagine, il gruppo d’indagati avrebbe estorto beni di utilità e denaro ad Enrico Preziosi, presidente del club ligure, in cambio dello stop delle contestazioni rivolte proprio al numero uno dei rossoblu. I fatti andrebbero dal 2005 ad oggi e, secondo le prove in possesso, non sono mancati episodi di violenza verbale e fisica, dentro e fuori dal “Luigi Ferraris“, rivolti verso giocatori ed altri “colleghi” di gradinata. Una vera e propria polveriera resa incandescente da un manipolo di tifosi.

Preziosi vittima di alcuni tifosi del Genoa

Enrico Preziosi e la sua società vittime di estorsioni da parte di alcuni ultras del Genoa. Uno di loro, secondo la ricostruzione, sarebbe Massimo Leopizzi (capo della Brigata Speloncia) che era già terminato nel mirino della polizia nell’indagine sul calcioscommesse condotta a Cremona e nell’incredibile protesta dei tifosi, che invitarono i calciatori a sfilarsi la maglia del club perché ritenuti “indegni“, durante la gara di Serie A Genoa-Siena.

Oltre a Leopizzi, sono indagati anche Davide Traverso, ex presidente dell’Associazione club genoani, ed Artur Marashi, legato ad ambienti della ‘ndrangheta, come riporta l’Ansa. La storia complicata della tifoseria genoana era stata resa nota anche nel 2017 dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che aveva parlato, senza mezzi termini, di “nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa“.

In attesa di conoscere la fine delle indagini e l’emissioni delle pene eventuali, una brutta storia (l’ennesima) scuote l’ambiente del Grifone…

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