
Metropolitan Today dedica oggi il suo spazio ad un evento che continua tutt’ora a caratterizzare la storia, lo spam. Sebbene oggi è noto a tutti cos’è lo spam (l’invio massiccio di un messaggio pubblicitario telematico non richiesto), forse non tutti sanno da dove il termine deriva. Il primo esempio di “spamming” della storia è frutto dell’intuizione di Gary Thuerk, dipendente della Dec (Digital Equipment Corporation) azienda produttrice di computer.
Incaricato della vendita dei computer prodotti dall’azienda per la quale lavorava Gary Thuerk fiutò a possibilità di promuovere il suo prodotto ad un grande numero di persone con un solo click. Per meglio comprendere il contesto storico nel quale ebbe luogo l’evento dobbiamo fare un passo indietro. Era la fine degli anni ’70 e il computer non era ancora uno strumento così popolare. A farne uso infatti era perlopiù l’ambiente universitario e quello della ricerca. Proprio negli ambienti accademici aveva preso piede il progetto Arpanet. Questo era un network che metteva in collegamento informatico gli atenei più rinomati nel campo scientifico, considerato il progenitore di internet.
Il primo esempio di spamming, interessò 393 utenti

Essendo quello l’ambiente in cui si concentravano i suoi potenziali clienti Gary Thuerk il 3 maggio 1978 mise in atto la sua idea. Preparò infatti un messaggio pubblicitario standard e lo inviò a 393 recapiti di posta, premendo un solo tasto. La nuova strategia di marketing seppur vincente risultò a molti alquanto fastidiosa. Il termine spam però fu coniato 15 anni più tardi. L’ideatore fu Richard Depew, moderatore di un “newsgroup“, che per un bug del software postò 200 messaggi di fila, tutti uguali.
Depew coniò questo termine ripensando agli effetti prodotti ad un spot pubblicitario del 1972 preso di mira dalla serie “Monty Python” che andava in onda sulla tv inglese. Lo sketch raccontava di una coppia si trovava a pranzare in un bar, accanto a un tavolo di vichinghi. Alle richieste della donna sui piatti del menu, la cameriera elencava una serie di pietanze che contenevano tutte la “Spam” (noto marchio di carne in scatola, che abbrevia l’espressione “spiced ham“, cioè carne speziata) e ogni volta i vichinghi intonavano in coro «Spam spam spam…», impedendo alla donna di ordinare. Da qui l’idea di usare il termine “Spam” per identificare il massiccio invio di mail pubblicitarie di varia natura, con un testo standard.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Spam) photo credit: yourbme.com.au