Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Nello scorso numero siamo stati a Venezia per occuparci del controverso Leone d’oro a “Il passaggio del Reno”. Ora prendiamo il nostro aereo per recarci a Cannes dove vogliamo parlavi di un film che è diventato un cult per generazioni di spettatori e cineasti ma che è stato paradossalmente fischiato al momento della vittoria della Palma d’Oro: “Pulp Fiction

Pulp Ficition, come realizzare un secondo cult dopo il primo


Dopo aver realizzato un cult spiazzante e dirompente come “Le Iene”, era difficile che all’epoca un giovane Quentin Tarantino riuscisse a ripetersi. Eppure con “Pulp Fiction” si può dire che il celebre regista americano andò ben oltre il film precedente. Servendosi di una struttura cronologia non sequenziale ma circolare, di personaggi quasi fumettistici, di dialoghi iperrealisti e della violenza eccessiva allo scopo di divertire, Tarantino riesce nell’impresa. Il grande regista americano realizza dunque un secondo cult che lo consacra al genere pulp e dove non manca tutta la sua grande cultura cinematografica. Anche in questo film Tarantino decise di riservarsi un ruolo da interpretare ossia quello di Jimmie Dimmick. A sostituirlo dietro la macchina da presa in quel caso c’era il giovane ed esordiente Robert Rodriguez.

Una famosa scena di Pulp Fiction

Tarantino e il festival di Cannes del 1994


Quando”Pulp Fiction“fu presentato al Festival di Cannes del 1994 la critica fu spaccata a metà. C’era chi osannava questo film evidenziando come come raramente un regista riesca a ripetersi dopo il successo del film d’esordio tanto che non sembrava affatto il lavoro di un giovane. Dall’altro lato c’èra chi ne sottolineava dei limiti artistici pensando che Tarantino avesse fatto un passo indietro rispetto a “Le iene”. Nel mezzo c’era un altro grande film in concorso come “Tre colori – Film rosso” di Krzysztof Kieślowski, l’ultimo film della trilogia del grande regista polacco ispirata ai colori della bandiera francese. Un cult che aveva conquistato la critica che sperava nella sua vittoria a Cannes. Quell’anno però la vittoria andò tra i fischi della critica rimasta spiazzata a “Pulp Fiction” di Tarantino grazie anche a Clint Eastwood. All’epoca il leggendario attore e regista americano era il presidente della giuria del festival ed aveva acclamato da subito Tarantino.