Nasceva centododici anni fa una delle grandi interpreti del teatro napoletano del Novecento. Pupella Maggio, al secolo Giustina Maria, incarna il concetto di figlia d’arte. Figlia letterale, dato che il padre, Domenico detto Mimì, era capocomico e la madre Antonietta proveniva da una rinomata famiglia di artisti circensi. Sembrava scritto che la piccola Giustina fosse destinata a calcare le scene. La bambina nacque in un camerino di teatro, dove Antonietta era impegnata nelle prove di uno spettacolo; il primo ruolo lo ebbe a due anni, recitando nella parte della bambola di pezza in “La pupa movibile” di Eduardo Scarpetta, che le regalò l’affettuoso nomignolo di Pupella che l’accompagnerà per tutta la vita.
Dopo aver coltivato l’idea di diventare una ballerina professionista, un incidente le preclude la carriera. La svolta arriva nel 1954, quando viene segnalata per l’ingresso in una nuova compagnia teatrale: è “La Scarpettiana” di Eduardo De Filippo, voluta dallo stesso Eduardo per il nuovo teatro di San Ferdinando per portare sulle scene il repertorio classico napoletano. Inizia così tra i due una collaborazione intensa e proficua che durerà più di vent’anni.
Il teatro e il cinema di Pupella Maggio
Icona del teatro eduardiano, Pupella affianca il maestro nelle sue commedie più amate, come “Sabato, domenica e lunedì” e “Natale in casa Cupiello” (in cui è protagonista di una fortunatissima edizione televisiva). I tempi comici dell’attrice, la capacità mimica e la forza espressiva del suo volto (che Eduardo definiva ammirato come una “faccia di terracotta”) le aprono le scene dei teatri italiani. Nel suo repertorio si ricordano “L’Arialda” di Testori, per la regia di Luchino Visconti, e “In memoria di una signora amica” di Patroni Griffi, diretta da Francesco Rosi.
Parallelamente al teatro, la Maggio intraprese una carriera cinematografica in cui seppe conquistarsi l’affetto del pubblico tra parti drammatiche e ruoli da caratterista. Memorabili le sue apparizioni in “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy, nel kolossal “La Bibbia” di John Huston, in un classico della commedia italiana come “Il medico della mutua” al fianco di Alberto Sordi e nel capolavoro di Tornatore, “Nuovo Cinema Paradiso“.
Davide Cossu
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