Putin decide e il resto del mondo subisce

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Di Redazione Metropolitan

La decisione di invadere il Donbass assunta ieri da Putin spiazza il resto del mondo. Quello che fino a pochi giorni fa sembrava essere un conflitto astratto, si sta concretizzando in modo dirompente. Troppo debole la reazione degli Stati non direttamente coinvolti nel conflitto, che parlano di sanzioni nei confronti della Russia. Un provvedimento che non tocca di striscio il Presidente russo, la cui politica si delinea sempre di più come quella di un despota.

Non siamo in grado di reagire nemmeno di fronte alle stragi

Sono stati gli americani i primi a reagire contro le decisioni assunte da Putin nella giornata di ieri. La Casa Bianca ha infatti deciso di interrompere tutti i rapporti commerciali e finanziari con le autoproclamate repubbliche Donetsk e Luhansk. Allo stesso modo il Regno Unito e l’Unione europea hanno annunciato delle sanzioni nei confronti della Russia. Tuttavia, in Europa, queste sanzioni potrebbero avere un effetto boomerang. Infatti, i settori della finanza, dell’energia e delle esportazioni potrebbero subire dei danni irreparabili. Non è di importanza secondaria il fatto che il 40% del gas dell’Unione europea proviene dalla Russia.

Ora che le minacce di Putin si sono realizzate, e il pericolo è concreto, l’Occidente ha toccato con mano la politica che è in grado di intraprendere il Presidente russo. Pare quindi che le sanzioni non siano commisurate alla gravità della situazione. Il leader del Cremlino ha anche rafforzato i rapporti con la Cina, Paese con cui potrebbe intensificare i rapporti commerciali per controbattere alle perdite che registrerebbe con le sanzioni occidentali.

L’illustre studioso Federico Rampini, che si occupa di rapporti internazionali, conferma l’ipotesi secondo cui le sanzioni potrebbero fare più male ai nostri Paesi che alla Russia. Si tratterebbe di un terribile autogol che ci farebbe perdere l’importante partita del gas.

Michela Foglia

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